Home C'era una volta Wooden Joe Nicholas, dal clarinetto alla cornetta

Wooden Joe Nicholas, dal clarinetto alla cornetta

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Il 17 novembre 1957 muore il cornettista e clarinettista Joe Nicholas, da tutti conosciuto come Wooden Joe. Il decesso avviene a New Orleans, in Louisiana, la città dove era nato il 23 settembre 1883

Leader della Camelia

Zio del celebre clarinettista Albert, Wooden Joe Nicholas inizia a suonare il clarinetto da ragazzo e nel 1912 ottiene il suo primo importante ingaggio al club At Abadie’s in seno a un quartetto comprendente Richard M. Jones, Sugar Johnny e Ernest Rogers. Tre anni dopo è al Big 25 a fianco di Joe Oliver e proprio durante questo ingaggio comincia a cimentarsi con la cornetta sotto la guida dello stesso Oliver. Nel 1918 comincia ad agire come leader alla testa della Camelia Orchestra, avvalendosi dell’apporto di Lawrence e Billy Marrero, Eddie Morris, Buddy Petit e di altri valenti elementi. La Camelia è rimasta attiva per molti anni consecutivi, trasformandosi in brass band, a organico opportunamente allargato, per prender parte alle street parade.

La crisi e il ritorno

Durante gli anni della depressione Joe Nicholas ha vissuto dando lezioni di musica, suonando solo saltuariamente, ma nell’immediato dopoguerra è tornato alla ribalta alla testa della sua New Orleans Band (della quale facevano parte Albert Burbank, Jim Robinson, Lawrence Marrero, Cie Frazier, Johnny St. Cyr) nonché con quelle di Louis Nelson Delisle e di Raymond Burke, registrando diversi dischi per la American Music e la Paradox nei quali, a onor del vero, convince più come clarinettista, dalla sonorità sporca e legnosa tipica della scuola creola, mentre come trombettista appare più potente che espressivo. Un critico come William Russell ha scritto che nei suoi anni d’oro Wooden Joe, come potenza di suono, era secondo solo al mitico Buddy Bolden.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".