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Wendell Eugene, il trombonista che non se la sentiva di andare in tournée

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Il 12 ottobre 1923 a New Orleans, in Louisiana, nasce il trombonista Wendell Eugene, componente di moltissime orchestre e destinato a diventare per un periodo il più anziano musicista jazz attivo a New Orleans.

Una famiglia di musicisti

Più giovane di cinque fratelli, cresce in una famiglia di musicisti tra i quali spiccano suo fratello Homer Eugene, suo cugino Clement Tervalon e lo zio Albert Burbank inizia a suonare nel 1938 con il gruppo di Kid Howard e con artisti e leader di band come Papa Celestin, George Lewis, Papa French, Paul Barbarin, Louis Cottrell Jr., Willie Humphrey, Don Albert e Kid Thomas Valentine. Arruolato nella Marina degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale suona con la US Navy Marching and Concert Band e anche con Louis Armstrong durante un evento USO del 1943.

L’impiego e la musica

Dopo il congedo torna a New Orleans e suona con famose band di New York City e Chicago in particolare con quelle di Lucky Millender e Buddy Johnson. Non vuole però impegnarsi in tournée troppo lunghe per non lasciare la sua famiglia e quindi accetta di lavorare, di giorno, in un ufficio postale suonando alla sera con i leader delle band locali come Papa Celestin e Papa French. In qualche occasione suona anche con l’Olympia Brass Band, la Tuxedo Brass Band e l’Onward Brass Band. Nel 1979 lascia il lavoro, si mette in pensione e si dedica alla musica a tempo pieno. Nel 1978 pubblica l’album West Indies Blues. Nella sua lunga carriera, durata più di settant’anni, Eugene insegna anche trombone e strumenti per orchestra da ballo alla Grunewald School of Music . Nel 2012 suona con la Preservation Hall Jazz Band in occasione del 50° anniversario al New Orleans Jazz & Heritage Festival. Muore il 7 novembre 2017.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".