AGRICOLTURA: LE COLLINE DEL PROSECCO E DEL SOAVE ENTRANO NEL REGISTRO NAZIONALE DEI PAESAGGI RURALI
Le colline trevigiane di Valdobbiadene e di Conegliano e quelle veronesi del Soave entrano nel Registro nazionale dei paesaggi rurali. I due siti veneti, terra rispettivamente del Prosecco e del Soave classico, sono stati ‘promossi’ dall’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, istituito dal Ministero per le politiche agricole- I due territori entrano così nell’”inventario” nazionale degli ambiti locali caratterizzati da un’agricoltura sostenibile, rispettosa della storia e delle tradizioni, e al tempo stesso economicamente vitale.
“L’ingresso nel Registro nazionale dei paesaggi rurali – dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan – premia la capacità dei territori e delle loro imprese di preservare e difendere il legame con la terra, il rispetto per le caratteristiche naturali dell’ambiente, la tradizione viva di colture e di pratiche agricole di antica origine. I vigneti a terrazzo della sinistra e destra Piave, la sapiente alternanza tra vigneto, bosco e prato, così come i muretti a secco e gli antichi vitigni del Garganega e le pergole del Soavese, sono i segni evidenti di una storia che continua, che ha saputo modellare il paesaggio esaltandone valore e caratteristiche con sapienza e rispetto”.
L’area delle colline di Valdobbiadene e Conegliano iscritta a registro conta oltre 10 mila ettari di superficie, una rete di circa 3 mila famiglie che coltivando le vigne e governando i boschi garantiscono la manutenzione dell’habitat, e vanta un paesaggio che si è mantenuto pressochè integro dagli assalti dell’urbanizzazione. Coerenza e invarianza storica e socioeconomica sono le caratteristiche anche delle colline vitate del Soave, dove operano 1400 aziende su un’area di 1700 ettari, dando continuità a quella che gli esperti dell’Osservatorio definiscono una “agricoltura eroica”.
“Queste ‘isole’ di paesaggio rurale di cui si fregia il Veneto – osserva Pan – vanno incontro ai rischi dell’abbandono, dell’uso incongruo dei materiali, dei rifacimenti inappropriati di terrazzamenti o dei manufatti. L’iscrizione nel Registro nazionale è garanzia di tutela e valorizzazione, perché impegna tutti gli attori di governo del territorio, dalla Regione agli enti locali ai produttori agricoli, a preservare un patrimonio di cultura e natura ereditato da secoli di lavoro paziente e intelligente dell’uomo”.