Gli allevamenti intensivi americani producono più di 100 volte i rifiuti organici prodotti da tutti gli abitanti degli Stati Uniti. A denunciarlo sono gli ambientalisti americani. E proprio gli allevamenti rappresentano un serio pericolo per l’ambiente; delle vere e proprie bombe chimiche a orologeria. Prima dell’invenzione “geniale” degli allevamenti industriali, le mandrie pascolavano libere e contribuivano alla concimazione dei terreni.
Allevamenti inquinanti, è allarme negli Stati Uniti
Tralasciando il problema dell’inquinamento batteriologico, soprattutto per gli stabilimenti dove si allevano piccoli animali come le galline e i conigli, e che induce gli allevatori a utilizzare massicce dosi di antibiotici (che inevitabilmente arrivano, anche se in minima parte, sulle nostre tavole) – avvertono ancora gli ambientalisti – come è possibile invece, gestire i liquami derivanti da 1000, 5000 o addirittura 15000 o più grossi animali stipati insieme in enormi capannoni ?
Gli allevatori normalmente lavorano per grossi gruppi multinazionali di produzione di carne, i quali sono proprietari del bestiame e lasciano una piccola percentuale all’allevatore, che è invece responsabile economicamente della salute degli animali e del loro allevamento, e appunto, dello smaltimento dei liquami.
La causa: lo smaltimento dei rifiuti organici
E lo smaltimento non solo deve essere eseguito responsabilmente e secondo le leggi, ma anche economicamente, se si vuole restare competitivi sul mercato (e non si costringa a trovare altri metodi di smaltimento poco ortodossi).
Lo smaltimento diretto o indiretto nei corsi d’acqua delle deiezioni degli allevamenti, provoca un’ipertrofia delle acque, con proliferazione di alghe e organismi di vario tipo e conseguente morie di pesci. Un singolo allevamento di maiali può generare tanto liquame quanto una cittadina di 20.000 abitanti, e provocare la morte dei pesci di un fiume intero.
Spesso, per comodita’, gli allevatori per non inquinare deliberatamente con i liquami i corsi d’acqua, li accumulano in enormi laghi artificiali, rimandando lo smaltimento. In caso di eventi atmosferici eccezionali, peraltro neanche rari, questi invasi possono tracimare, come già documentato più volte negli anni passati.
L’ultimo effetto di un ciclo produttivo sbagliato
E questo è solo l’ultimo effetto di un ciclo produttivo, quello della carne, tanto costoso in termini di consumo di risorse primarie, quanto insostenibile per l’impatto di ritorno sulle stesse risorse. E’risaputo quanta acqua sia necessaria per ottenere un Kg di carne, e quante risorse agricole vengano impiegate per coltivare i foraggi necessari all’alimentazione degli animali.
E il risultato finale è che la stessa acqua che viene in così grandi quantità consumata per allevare l’animale, viene poi inquinata per lo smaltimento delle scorie di allevamenti di quell’animale.