L’ultimo libro di Giombattista Corallo – Andar per quadri, dalla Maremma a Val d’Orcia – è la guida immancabile per un viaggio speciale (Edizioni Ceccarelli, Acquapendente VT 2018). In questi paesaggi toscani davvero incantevoli questo libro, come uno singolare specchio magico dell’arte, sarà veramente uno strumento per stabilire un contatto con determinate energie, entità ed intelligenze, strumento per l’apertura del terzo occhio, per la chiaroveggenza ed il collegamento telepatico con altri esseri del passato che hanno dipinto, scolpito e costruito questi raffinati capolavori. Leggiamo dalla presentazione di Eugenio Giannì, teorico dell’arte e giornalista:
- Tutte le volte che Giombattista Corallo inizia un’opera sul significato dell’arte nella società, lo fa col fascino della novità e vi penetra sino in fondo, quale attento studioso e “archeologo”, sino a far emergere il calore e la passione profuse dagli artisti d’ogni tempo.-
E veramente questa è un’opera piena di passione, ma anche di rigorosità e generosa attenzione ai particolari, anche un’opera di ingegno poiché l’autore non si è risparmiato nell’entrare in profondità storiche, in biografie, aggiungendo citazioni e riferimenti, utili a chiunque desideri procedere in questo viaggio di più di 500 pagine, illustrato da svariate fotografie a colori del fotografo Bonaventura Cabrio.
L’autore ha sentito anche la necessità di inserire nell’introduzione un colto e dettagliato elenco di tecniche dei maestri, a cominciare dalla pittura su tavola, l’affresco, la pittura ad olio, la tecnica del pastello, la terracotta invetriata, l’intaglio su legno ed il bronzo. Non è solo il fascino di queste antiche professionalità a catturare l’attenzione del lettore, ma il come tutto questo promuova il desiderio di ritrovarle mentalmente nel manufatto, nell’opera finita di quel passato che esercita su di noi sempre una grande seduzione, soprattutto se veniamo guidati con sapiente gradualità in un percorso meditato.
Prima citazione tra tutte quella a Cennino Cennini ( 1370/1440) il
cui libro – Libro dell’arte o trattato della pittura – detto per inciso, fu riscoperto in occasione del dramma dell’alluvione di Firenze nel 1966, quando fu essenziale sapere con quali materiali e tecniche erano state realizzate le opere, per intervenire con il lento e delicato lavoro del restauro.
Sebbene impossibile anche solo accennare a tutti i contenuti del libro, si può dire dello spirito e le intenzioni che lo animano. Lo spiega lo stesso autore nella sua prefazione, a cominciare dal titolo … Andar per quadri, così come si va a caccia di funghi, asparagi o chiocciole, cioè l’elogio della lentezza che favorisce la concentrazione, il recupero di facoltà dimenticate perché sedotti dall’abitudine alla velocità meccanica degli strumenti informatici, utili come mezzo, ma non sostituti di quell’attenzione e quella cura che accompagna il pensiero profondo, il piacere della scoperta nel collegare le immagini in un discorso storico che a volte diventa impercettibilmente poetico, attraverso la lettura degli intenti degli artisti, citati nelle note biografiche di riferimento.
Bergman ci ha lasciato un capolavoro sull’importanza fondamentale degli affetti, trascurati e relegati nel passato, incoraggiandoci a conservare sempre dentro di noi il proprio “posto delle fragole” e magari a guardarci nello specchio dell’arte
più spesso, per capire il tragitto che stiamo percorrendo. Così decidendo di permetterci di approfittare del tempo kairos (piuttosto che subire un dispotico tempo chronos) per seguire questo itinerario guidato, apprendiamo che le opere trattate non sono la totalità che i centri urbani, dalla Maremma a Val d’Orcia, ci offrono (sarebbe impossibile in un unico trattato, essendo il loro numero straordinariamente alto) ma sono prese in considerazione solo quelle che meglio identificano artisticamente il territorio e le personalità che le hanno prodotte, cercando di porle in relazione con l’ambiente culturale che ha permesso la loro realizzazione. Questo è essenziale ed è ciò che ha fatto l’autore, che specifica:
– Gli studi dei quadri tengono conto in particolare, come sempre, non solo dei valori estetici ma soprattutto dei motivi che gli artisti hanno opportunamente ricercato nella letteratura della disciplina, storica e sacra sui temi, sui personaggi, sulle strutture compositive, nell’aspetto simbolico dove possibile, tenendo conto inoltre, del carattere didattico d’impostazione di queste pagine, che può permettere, anche ai non addetti, un più facile ed utile approccio alla materia per la comprensione dell’opera stessa.
Giombattista Corallo è nato a Comiso (Ragusa) nel 1943 e vive ad Arcidosso (Grosseto) dal dicembre del 1969. Ha studiato nella sua città natale ed a Perugia; ha svolto l’attività d’insegnamento di Disegno e Storia dell’Arte in molte scuole della Sardegna nelle province di Sassari, di Nuoro ed in Toscana, presso l’Istituto Magistrale di Arcidosso, di Sorano ed il Liceo Scientifico di Castel del Piano (Grosseto). Ha pubblicato libri sulla simbologia nell’arte e sul disegno infantile, svolge l’attività di critico, interessandosi particolarmente di alcune personalità emergenti nel folto panorama dell’arte contemporanea. Presta la sua collaborazione ad alcuni periodici di cultura toscana. Sito: www.apropositodiarte.it
Ha pubblicato le seguenti opere:
–Arte nell’Amiata, Guida alla pittura nella Montagna grossetana, Lions Club Amiata Arcidosso (GR) 1999
–Il disegno dei bambini, Capire l’espressione grafica infantile, Edizioni Effigi, Arcidosso (GR) 2013
–Il Castello di Latera e i suoi rapporti con la Famiglia Farnese e con l’Abbazia di San Salvatore al Monte Amiata, Storia e Arte (La parte storica è di Bonaventura Caprio), Amministrazione Comunale, Latera (VT) 2004
–A proposito di Arte, Come riconoscere temi personaggi oggetti simboli, Edizioni Effigi, Arcidosso (GR) 2008
–I segni dell’arte, Itinerario pittorico nelle chiese di Comiso, Fidapa, Comiso (RG) 2009
–Arte e Scienza, Le prove di un rapporto antico, Edizioni Effigi, Arcidosso (GR) 2013
–Intorno al Santuario, Dalla geometria al simbolo, Edizioni Effigi, Arcidosso (GR) 2014