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Uno scioglimento che dura lo spazio di un mattino

Il 7 luglio 1977, confermando le voci che da tempo circolano nell’ambiente musicale britannico, Steve Harley annuncia ufficialmente lo scioglimento dei Cockney Rebel e la sua intenzione di continuare come solista.

I Cockney Rebel si sciolgono…

Nato a Lewisham, Londra, il 27 febbraio 1951, Harley, che all’anagrafe si chiama Steven Nice, è il leader della band fin dal 1973, anno della sua formazione. Segnato nel fisico dalla poliomielite contratta da piccolo, terminati gli studi liceali, inizia a lavorare ma non rinuncia alla musica. Scrive canzoni e dà vita ai Cockney Rebel con il tastierista Milton Reame-James, il chitarrista e violinista Jean Paul Crocker, il bassista Paul Avron Jeffrey e il batterista Stuart Elliott. Pochi mesi dopo la band firma il suo primo contratto discografico con la EMI ed entusiasma la critica con The human menagerie, lo splendido album del debutto che contiene anche la sinfonica e decadente Sebastian, destinato a diventare uno dei brani più suggestivi del repertorio dal vivo di Steve. I successivi Judy teen e Mr. soft danno spazio alla faccia più commerciale del gruppo e Harley, considerato dai critici come una sorta di sintesi tra la gestualità di David Bowie e il carisma scenico dei Roxy Music, viene premiato “artista rivelazione” del 1974 dalla stampa britannica.

…anzi no

Dopo l’album The psycomodo viene annunciato, a sorpresa, lo scioglimento della band. Si tratta, più che altro, di una scelta che denuncia il disagio esistenziale del leader. Lo scioglimento, infatti, dura lo spazio di un mattino. Di lì a poco lo stesso Harley annuncerà la ricostituzione del gruppo con il nome di Steve Harley & Cockney Rebel e con una formazione che, oltre al solito Elliott, comprende l’ex chitarrista dei Family Jim Cregan, il bassista George Ford e il tastierista Francis Monkman, già con i Curved Air, che verrà poi sostituito da Duncan MacKay. Nella sua nuova dimensione la band e, soprattutto, il suo leader, faticano a convincere i vecchi fans, nonostante il buon successo commerciale delle prime incisioni. Nell’inverno del 1976 l’album Love’s prima donna fa di nuovo gridare al miracolo, ma anche questa volta il successo mette in crisi Steve Harley. L’annuncio del definitivo scioglimento della band non suscita particolare scalpore. Negli anni successivi ci saranno periodici tentativi di rimettere insieme i cocci di una delle più promettenti esperienze del rock britannico degli ultimi anni Settanta, ma, al di là dei risultati commerciali, non riusciranno più a ritrovare lo spirito originario.

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