Si chiama Underwater Venice, ed è la mostra fotografica ospitata dal 1 ottobre presso l’Istituto Italiano di Cultura di Osaka (e a seguire in tour in Giappone), presentata da Un-Guru a sostegno dei temi dello sviluppo sostenibile, della business ethics e della responsabilità culturale.
Underwater Venice, una mostra per l’ambiente
Un-Guru, società di consulenza strategica tra le più innovative realtà a livello internazionale nel campo della sostenibilità, della responsabilità sociale di impresa e della Green Economy, presenta Underwater Venice.
Underwater Venice è la mostra fotografica realizzata da Ian Art – vero e proprio “incubatore” di progetti artistici e culturali che nasce all’interno di Un-Guru – dedicata a Venezia sommersa delle acque. Uno sguardo diverso sui problemi del cambiamento climatico, dell’interazione tra uomo e città, sul futuro e sulla necessità di ripensare il rapporto tra natura, risorse, patrimonio.
La mostra sarà ospitata presso l’Istituto Italiano di Cultura di Osaka in Giappone a partire dal 1 ottobre.
Underwater Venice è la prima di una serie di iniziative culturali che hanno l’obiettivo di sostenere la riflessione sui temi della sostenibilità.
Underwater Venice di Ian Art
Dal 2010 Un-Guru ha sviluppato la metodologia SEECuRe, che prevede di declinare la responsabilità di ogni organizzazione – pubblica, privata o non profit – oltre che in termini economici, sociali e ambientali, anche in base a una dimensione culturale.
L’idea nasce dalla consapevolezza che l’aspetto culturale, individuale e collettivo, è un elemento chiave non solo a livello sociale, ma anche di business, e riconosce il ruolo che le imprese hanno nella vera e propria formazione e diffusione di valori, in considerazione di fattori quali l’occupazione progressiva di spazi di socialità da parte di brand e di come il brand o il no-brand diventino oggi in molti casi fattori identitari, sebbene in un contesto liquido.
Ian Art è un’iniziativa di A. Daniele Iannotti, fondatore e Presidente di Un-Guru, egli stesso artista multimediale, e vuole essere un vero e proprio incubatore di iniziative culturali con un impatto sulla comunità.
Underwater Venice un progetto dell’istituto italiano di cultura di Osaka
Dichiara Stefano Fossati, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Osaka: “Anche in Giappone, Venezia è, prima che un luogo geografico, un simbolo che rimanda a un mondo di ideale bellezza ed eleganza. Le immagini di questa mostra, con la loro drammatica allusione alla possibile scomparsa di questo inestimabile patrimonio, contribuiranno, al tempo stesso, ad approfondire la riflessione sulle responsabilità delle società avanzate nel degrado ambientale e ad aumentare l’amore verso questa città unica al mondo.”
Dopo Osaka la mostra Underwater Venice proseguirà il tour giapponese in base a un calendario che verrà di volta in volta aggiornato e consultabile su www.un-guru.it.
“Oceani, mari e città incredibili come Venezia riempiono il cuore di milioni di persone romantiche, ma il pericolo del cambiamento climatico sta danneggiando la nostra possibilità di sognare in futuro. Della storica città incantata sono stati scattati miliardi di fotografie. Molto facilmente tutte quelle immagini andranno a formare il ricordo stesso di un posto che tra non molto sarà sott’acqua. Uno dei compiti, probabilmente la missione stessa della fotografia, è di congelare il tempo e lo spazio di un piccolo frammento del movimento dell’universo. Le generazioni future vedranno Venezia com’è, oppure solo nella loro mente attraverso la visione di fotografie catturate da altri occhi e sensibilità diverse?” – così dice Ian Art.
La fotografia non è pura duplicazione o un cronometro dell’occhio che ferma il mondo fisico, ma è un linguaggio nel quale la differenza fra riproduzione e interpretazione, per quanto sottile, esiste e dà luogo a un’infinità di mondi immaginari. Così scrive il grande maestro Ghirri e così pare muoversi Ian Art con il suo progetto “Underwater Venice”. Ottenere originalità fotografando Venezia è difficile. Basta poco per cadere nel banale déjà vu, ma Ian scompone, sovrappone, sdoppia, triplica scorci, palazzi, canali, basiliche e campanili riproponendo una Venezia reale ma onirica. La sua è una ricerca cosciente a immaginare un possibile futuro di memoria per una città unica al mondo ma probabilmente destinata ad andare sott’acqua.