Domenica 29 ottobre ore 11, nella Sala delle Colonne, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, uno straordinario concerto del chitarrista e ricercatore spagnolo Samuel Diz in occasione della mostra “Picasso Metamorfico”.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti in sala, per un massimo di 80 persone.
Il concerto è organizzato insieme all’Istituto Cervantes di Roma e sarà splendida occasione per salutare la grande e imperdibile mostra “Picasso metamorfico”, una mostra a cura di Fernando Castro Flórez, che espone una selezione di 300 opere di grafica provenienti dal Museo Casa Natal Picasso di Malaga, ancora visibile fino al 5 novembre.
La mostra, proprio in virtù del considerevole numero di opere esposte realizzate in diversi periodi della sua attività, che vanno dal 1905 al 1972, offre una rassegna completa dell’immaginario picassiano e consente di riscoprire opere di eccezionale interesse.
Sono partner istituzionali l’Ambasciata di Spagna in Italia, l’Accademia di Spagna a Roma e l’Ente Spagnolo del Turismo a Roma.
Il chitarrista e ricercatore Samuel Diz si esibisce per la prima volta a Roma con un programma che esplora le tendenze musicali di diversi contemporanei di Picasso. Il concerto propone un viaggio nell’immaginario dell’artista spagnolo che ha trasformato la chitarra in una metafora della modernità, un soggetto pervasivo e potente che compare in numerose opere di Picasso. Nel 1920, Manuel de Falla fu il primo compositore a cogliere questa metamorfosi che avveniva all’interno dell’arte figurativa e che aveva come protagonista la chitarra, introducendo così la chitarra classica nella nuova età modernista attraverso l’opera Homenaje a Debussy, dopo aver incontrato Picasso nella preparazione del balletto El sombrero de tres picos (1919).
Con la sua definizione di “nuovo cubismo musicale”, questo pezzo ha fondato un linguaggio radicalmente nuovo per la chitarra classica, generando un’eredità di gusto e di ricerca che si è riverberata a lungo nel repertorio contemporaneo dello strumento, in Spagna e non solo. Da tempo Samuel Diz indaga e interpreta il rapporto di Federico García Lorca con la musica e con la chitarra in particolare, attraverso l’opera di diversi compositori che hanno contribuito alla rinascita dell’espressione musicale spagnola nel periodo novecentesco compreso tra le due guerre mondiali. Per questa occasione, Diz si esibirà con una chitarra su modello fedele di quella appartenuta a García Lorca sin dall’infanzia.
Un rinnovamento del linguaggio musicale catturato da figure come Rosita García Ascot nella sua Española (1933) o Fernando Remacha nel suo Preludio (c. 1929), opera composta dopo il suo soggiorno presso l’Accademia Reale di Spagna a Roma tra il 1923 e il 1927, dove nel 2012 il compositore Fernando Buide del Real ha dedicato il suo Nocturnal (Bal y Gay) per chitarra a Samuel Diz. Temi come la guerra civile e la dittatura franchista, che hanno segnato il futuro di una generazione, si ritrovano nella memoria simbolica comune che persiste attraverso il lavoro degli artisti spagnoli: come le acqueforti di Picasso esposte nella mostra oppure gli accordi dei frammenti musicali composti da Robert Gerhard nell’adattamento per la BBC di For whom the bell tolls (1965) di Ernest Hemingway.
Nel 50° anniversario della morte di Pablo Picasso e a 70 anni dalla sua grande mostra del 1953, un’operazione culturale particolarmente significativa, anche su un piano simbolico, considerando la consistenza di questo prestito dalla Spagna che offre al pubblico italiano un’occasione unica di incontro con l’opera di Picasso, tra le iniziative realizzate in questa ricorrenza a livello internazionale.
L’opera grafica di Picasso inoltre riveste un’enorme importanza all’interno di tutta la sua produzione artistica. Dalla serie delle Suite Vollard alle incisioni realizzate alla fine della sua vita, un vero e proprio ciclo frenetico in cui rivisita tutto il suo immaginario, dal tema centrale del “pittore e della modella” alla riconsiderazione della storia dell’arte (in una riproposizione, dalla personale prospettiva, delle influenze di Raffaello, Rembrandt, Velázquez, Degas o Manet), introducendo elementi umoristici che scivolano talvolta nel grottesco.
Come scrive Cristiana Collu – Direttrice della Galleria Nazionale
- «La metafora della metamorfosi è un concetto articolato, ampio, profondo e molto potente per descrivere e rappresentare i processi di trasformazione, cambiamento e crescita. Letteralmente il termine si riferisce a una trasformazione fisica, visibile e tangibile di un processo circolare di continua rinascita e reinvenzione. Lo stesso avviene con i processi creativi di cui Picasso è un caso emblematico. Spirito inquieto e curioso, con il suo sguardo onnivoro e inclusivo, non ha solo inventato e reinventato linguaggi ma anche sé stesso in questa dinamica e in modo così esemplare da rimanere identico, comunque riconoscibile nelle sperimentazioni e interpretazioni del suo stesso stile».
E’ doveroso a questo proposito, citare un libro del 1973, ripubblicato ad alcuni mesi dalla scomparsa di Picasso stesso – Scritti di Picasso, a cura di Mario De Micheli (Feltrinelli UE 676 giugno 1973). Qui possiamo leggere una raccolta di appunti raccolti dalle sue annotazioni o da frasi riportate a testimonianza da amici e conoscenti dell’artista stesso, ma anche di suoi commenti, poesie e una commedia “Il desiderio preso per la coda”, scritture che ci rivelano qualcosa di lui, come riscontro o contrappunto al suo linguaggio visivo.
Mario De Micheli si esprime così a riguardo:
– Nel caso di Picasso questo senso dell’identità si denuncia in ogni frase con prepotenza. Brillante, fantasioso, plastico, Picasso si esprime nelle sue battute, nelle sue risposte, nei suoi giudizi fulminanti, con una libertà totale, senza freni o inibizioni. Non c’è mai nulla di astratto, di “teorico”, di pedante in quello che dice e in come lo dice. Si capisce che ogni sua frase, ogni sua parola, nasce sempre dalla verità della sua esperienza umana e creativa insieme, ha una radice nel suo essere, nel suo fare, nel suo vivere. Questa è la ragione per cui i suoi giudizi, che spesso prendono un tono caustico, ironico, dissacratorio, hanno sempre, anche nella loro formulazione, qualcosa di pungente, di stimolante. (…) Basta leggere i suoi giudizi sugli antichi nelle conversazioni con Kahnweiler per rendersene conto, giudizi “ingiusti” cattivi, denigratori che hanno già mandato in bestia mezzo mondo, ma che nel fondo toccano assai spesso improvvise verità, definiscono una particolarità, un carattere, la fisionomia singolare di un artista con stupefacente efficacia. – (pag 9)
SAMUEL DIZ
Il chitarrista Samuel Diz (Tui, Galizia, 1986) è un attivo interprete e ricercatore della musica spagnola dell’età dell’argento e dell’esilio repubblicano del 1939. Il suo ultimo album Memoria de la melancolía (Poliédrica 2020) è stato registrato nella Casa-Museo Huerta de San Vicente (Granada) con la chitarra appartenuta a Federico García Lorca e racconta il rapporto della scrittrice María Teresa León con la musica.
Laureato al Conservatorio Superiore di Musica di Siviglia e conseguito il master in Beni Culturali e Museologia presso l’Università Internazionale di Valencia, Samuel Diz fa attualmente parte del progetto R&D Culture Makers: connessioni e scambi artistici transatlantici nel XX secolo diretto dal CSIC. Insignito del Premio della Critica al Palau de la Música Catalana per il suo “studio e coerenza del programma, dimostrando un’elevata sicurezza scenica e un suono molto chiaro alla chitarra”, Samuel Diz si è esibito in festival prestigiosi, università e musei come la Fundación Juan la
Marcia a Madrid o il Festival Internazionale delle Arti di Harare nello Zimbabwe; le università di Oxford, Boston o Yale; il Museo Casa Natal Picasso di Malaga o il Museo di Arte Moderna in Messico. Parallelamente, mantiene il suo impegno nei confronti della propria città natale promuovendo e dirigendo Música no Claustro, un festival dedicato a musica, patrimonio sonoro e composizione che si tiene nella Cattedrale di Tui dal 2005.
Programma del concerto
ROSITA GARCÍA ASCOT (Madrid, 1902 – 2002) Canción de cuna Española
SALVADOR BACARISSE (Madrid, 1898 – Paris, 1963) Pavana – Lía (Heraldos)
MANUEL DE FALLA (Cádiz, 1876 – Alta Gracia, 1946) Homenaje a Debussy Danza del molinero (El Sombrero de Tres Picos)
FERNANDO REMACHA (Tudela, 1898 – Pamplona, 1984) Preludio
FERNANDO BUIDE DEL REAL (Santiago de Compostela, 1980) Nocturnal (Bal y Gay)
ROBERT GERHARD (Valls, Tarragona, 1896 – Cambridge, 1970) For whom the bells tolls
FEDERICO GARCÍA LORCA (Fuente Vaqueros, 1898 – Granada, 1936) Selezione di canzoni popolari
PICASSO METAMORFICO – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma – Dal 28 Giugno 2023 al 05 Novembre 2023 – Viale Belle Arti 131 – Roma, dal martedì a domenica dalle 9 alle 19. Ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura – http://lagallerianazionale.com – crediti fotografici Adriano Mura