Home C'era una volta Un brano immortale per Coleman Hawkins

Un brano immortale per Coleman Hawkins

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L’11 ottobre 1939 il sassofonista Coleman Hawkins registra per la prima volta Body and soul, destinato a diventare uno dei brani più popolari e venduti della storia del jazz. L’ha scritto di getto nella notte precedente e probabilmente non immagina neppure che il brano sia destinato a sopravvivergli anche dopo la morte.

Un periodo difficile

In quel periodo Hawkins non sta attraversando un buon periodo. È da poco tornato negli Stati Uniti dopo un lunghissimo esilio artistico in Europa. Incerto sul da farsi al suo ritorno in patria ha trovato una realtà completamente diversa da quella che si era lasciato alle spalle. La sua stella non è più splendente come un tempo. Gli impresari e discografici lo considerano vecchio. La sua leadership artistica è messa in discussione un gruppo di strumentisti che si considerano suoi seguaci come Chu Berry, Ben Webster, Don Byas, Buddy Tate e Illinois Jaquet, solo per citarne alcuni. All’orizzonte, poi, sta spuntando l’astro di un altro grande sassofonista come Lester Young, considerato portatore di valori musicali alternativi ai suoi. In più c’è una rivoluzione in atto che sta per spazzare via gran parte dei musicisti della tradizione. Si chiama Be–bop e ha i principali alfieri in ragazzotti di belle speranze che si chiamano Dizzy Gillespie e Charlie Parker.

Il rispetto del be-bop

Per la verità i boppisti lo considerano un po’ un maestro, una sorta di anticipatore. Spesso lo chiamano a suonare con loro e riconoscono pubblicamente che le sue elaborazioni armoniche sono state determinanti nel preparare il terreno all’avvento del loro stile. Nonostante tutto, però, sente le differenze generazionali e comincia a pensare che il suo periodo migliore sia ormai alle spalle. Non sono soltanto i pensieri cattivi di un artista in cerca di ispirazione. In realtà quando Hawkins compone e registra Body and soul sono in molti a considerarlo una sorta di ingombrante residuo del passato. Gran parte dei brani di quel periodo risentono della necessità di far qualcosa che possa rilanciarne la popolarità e sembrano un po’ finti, stucchevoli. Body and soul no. Si sente che è buttato giù d’istinto. Coleman non può immaginare che negli anni successivi diventerà uno dei grandi successi mondiali di tutti i tempi. Sopravvivrà al passare delle mode e finirà per essere considerato quasi un simbolo per tutti i sassofonisti che vorranno ispirarsi ad Hawkins.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".

1 COMMENT

  1. Coleman Hawkins ha lasciato nell’interpretazione di questo pezzo il suo capolavoro. Però la musica non è stata composta da lui ma da Johnny Green. Nel Jazz il compositore a volte passa in secondo piano rispetto al musicista, però diamo a Cesare quello che è di Cesare.

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