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“Un amore” di Buzzati, un libro da Oscar

«Circa esito pubblicazione in collana Oscar suo ultimo romanzo altissimo grado diffusione ammontante a 200 mila copie». Questo scrive il 25 maggio 1965 Arnoldo Mondadori in un telegramma indirizzato a Dino Buzzati.

Una tiratura impressionante

L’editore annuncia al suo autore con malcelata soddisfazione e orgoglio lo straordinario successo del romanzo “Un amore”, il quarto titolo della neonata collana degli Oscar. La cifra, incredibile per l’epoca, non è che un primo resoconto parziale delle vendite che toccheranno le 400 mila copie. Sono tirature davvero impressionanti e mai toccate prima d’allora, soprattutto da una storia che fa storcere il naso all’Italia conservatrice, codina e preoccupata per la degenerazione dei costumi. Il romanzo di Buzzati parla, infatti, dell’amore appassionato di un tranquillo borghese per una giovane squillo.

Il libro, un’abitudine quotidiana

I risultati commerciali eccellenti danno il segno di un profondo cambiamento nelle abitudini degli italiani. Il libro, fino a quel momento considerato o un contenitore di nozioni scolastiche o un lusso destinato ad alimentare la cultura dei ceti più abbienti, diventa nei primi anni Sessanta una delle abitudini quotidiane per migliaia di italiani. Gli Oscar, pratici e comodi da portare in tasca o nella borsetta, diventano i compagni delle trasferte in treno dei pendolari, delle pause nei giardini e anche delle scampagnate domenicali. Quando si è finito di leggerli li si presta agli amici in una sorta di circolo virtuoso che si alimenta costantemente.

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