Ti racconto le mie ricette…di Daniela Timoni
Il dolce che vi propongo è semplice da fare ed ha un sapore che vi avvolgerà con un mix di profumi mediterranei come un vento di scirocco che dall’africa porta l’ananas e che man mano sale attraverso l’Italia avvolgendovi con mandorle e zibibbo.
Torta ananas, amaretti e zibibbo, ingredienti per 6 persone
PER LA PASTA
- 120 gr di burro
- 120 gr di zucchero a velo
- 1/2 bustina di lievito per dolci
- 1 fialetta di aroma alla mandorla
PER LA FARCITURA
- 60 gr di mandorle pelate a scaglie
- 1/2 bicchiere di vino zibibbo
- 1 albume
- 60 gr di zucchero
- 500 gr di ananas
- 1 foglio di pasta sfoglia
- 10 amaretti
Torta ananas, amaretti e zibibbo, COME SI FA
- Prendete lo sbattitore a fruste elettrico e preparate il forno a 170°
- Lasciate ammorbidire il burro a temperatura ambiente, versatelo in un recipiente e montatelo con lo zucchero e l’uovo intero
- successivamente aggiungete la farina e continuate a far girare le fruste a bassa velocità.
- Prendete poi uno stampo per dolci apribile del diametro di circa 25 cm. Versate l’impasto nello stampo e cercate di lavorarlo con le dita in modo da coprire la superficie dello stampo e bucherellatelo con una forchetta
- Infornate per 10 minuti
- Nel frattempo mettete in un pentolino l’ananas che precedentemente avrete pulito, l’albume d’uovo, 40g zucchero, il vino e le mandorle, cuocete a fuoco basso fino a farlo addensare
- Preparate anche gli amaretti sbriciolati e il foglio di pasta sfoglia tagliato a strisce di circa 1 o due cm.
- Aprite velocissimamamente la porta del forno estraete leggermente il ripiano del forno dove avete messo il dolce e versatevi sopra la farcitura e gli amaretti sbriciolati
- Altrettanto velocemente ponete sopra le strisce di pasta sfoglia incrociate come se fosse una crostata
- La sfoglia darà una magnifica croccantezza alla torta nonché un’aria raffinata ed un’estetica eccellente.
- Infornate nuovamente per circa 35 minuti
- Di solito è pronto nel tempo che la sfoglia diventa bella dorata.
- Una bella spolverata di zucchero a velo finale e questa opera d’arte è finalmente completa…
I CONSIGLI DELLA SOMMELIER LAURA VIANELLO
Passito di Pantelleria DOC
Leggendo la ricetta ho notato con molto piacere la presenza dello Zibibbo e subito ho pensato a questa terra calda, piena di storia e di bellezze artistiche ed architettoniche quale è la Sicilia.
Non resisto nel raccontarvi l’origine di questo vitigno a bacca bianca proveniente dall’antico Egitto e successivamente diffusa dai Romani nel bacino del Mediterraneo è conosciuto infatti anche come Moscato di Alessandria e Moscato Romano.
Il nome Zibibbo, ricorda il nordafricano “Zibibb” che significa uva secca. Coltivato anche come uva da tavola e da essiccare oggi è molto amato dalla popolazione siciliana e a quella mondiale come vitigno per vini passiti, in particolare a Pantelleria. E qui, in provincia di Trapani, mi soffermo presentandovi questo vino leggendario della dea Tanit che, invaghitasi di Apollo e volendone attirare l’attenzione, si finse doppierà de l’Olimpo e proprio qui sostituì l’ambrosia, bevanda degli dei, con questo elisir proveniente da quest’isola. Ovviamente la dea riuscì nel suo intento ed Apollo s’innamorò perdutamente di lei.
Quanta storia e magia dietro ad un calice di vino…
Il passito di Pantelleria è il risultato di uno Zibibbo che viene coltivato in modo assai particolare infatti la vite viene piantata dentro profonde buche scavate nel terreno vulcanico, in modo da assorbire la rara pioggia e l’umidità della notte piuttosto che per difendersi dall’aggressione dei venti africani. Ed arriviamo a settembre, la vendemmia, manuale e molto spesso notturna, uno spettacolo unico dove si ammira tutto l’amore e la passione che il produttore mette grappolo per grappolo, speranzoso che anche per quest’anno dio Bacco l’abbia mandata buona e tutto sotto grandi riflettori che illuminano parte della vigna emanando una luminosità che crea meravigliosi giochi di luce.
I grappoli vengono poi lasciati appassire su stuoie impreziosendone il loro contenuto. Brillante, colore caldo, dorato con intensi toni ambrati, aromi ampi ed eterei dove le note di datteri, ficchi secchi, arancia candita, miele, confettura di albicocche e lavanda regalano un immenso piacere. Il sapore è eccellente, intenso e persistente, un perfetto equilibrio tra dolcezza, morbidezza e freschezza lasciano senza fiato perchè nonostante sia un vino dolce non risulta stucchevole e vi garantisco che dopo il primo calice il secondo vien da se. Ancestrale, deciso e perfettamente armonico. Consiglio: Questo nettare e ottimo anche bevuto senza abbinamento gastronomico, pertanto se nella nostra bella bottiglia un po di vino rimane, un bel tappo salva vino e anche dopo 2 o 3 giorni è buono uguale.
Buon appetito.