Il Bike Pride 2013, la parata di biciclette che ogni anno invade la città di Torino, si sta avvicinando.
Ma il 26 maggio non sarà solo un appuntamento per dimostrare l’orgoglio di muoversi con l’unico mezzo realmente intelligente: come ogni anno sarà l’occasione per fare il punto sull’avanzamento degli interventi in essere e per esprimere i bisogni delle decine di migliaia di partecipanti, presentando all’Amministrazione richieste concrete per la loro sicurezza.
Torino, si avvicina il Bike Pride
Lo scorso anno infatti il Comune si è impegnato a mettere in sicurezza alcuni incroci segnalati dai ciclisti.
Gli attraversamenti, oltre ad essere necessario collegamento fra segmenti di ciclabile – che spesso nascono e muoiono nel nulla- sono un punto delicatissimo di incontro fra i diversi utenti: automobilisti, ciclisti e pedoni, e la loro corretta realizzazione fa, purtroppo, la differenza fra la vita e la morte. Ricordiamo che nel 2012 sono avvenuti diversi incidenti in corrispondenza degli attraversamenti ciclabili e su uno di questi, il 18 luglio scorso, è stato investito e ucciso Matteo Gerlando, un ragazzo di 28 anni che in bici si stava recando al lavoro.
Bike Pride ha chiesto di intervenire su 14 black point, scelti tra quelli più pericolosi individuati tramite un sondaggio tra i ciclisti urbani, e suggerendo interventi low-cost di immediata realizzazione. Da parte sua l’Amministrazione si è impegnata a realizzarli, accogliendo in parte le indicazioni tecniche suggerite, data anche l’esiguità dell’intervento a carico della casse del Comune: circa 25.000 euro.
Dopo un anno che punto siamo?
Dei 14 interventi: – 7 non sono stati neanche iniziati (C.so Rosselli/C.so Duca degli Abruzzi; C.so Principe Oddone/C.so Umbria; Corso Inghilterra; Corso Matteotti; Ponte Isabella; Piazza Marmolada; Via Nizza/Piazza Nizza/Corso Sommelier); – uno (Ponte di Corso Regina) deve essere discusso, da un anno, con l’USTIF (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi) perchè interessa l’attraversamento dei binari del tram 3, anche se è stata installata la segnaletica per rendere ciclopedonali le sponde del ponte; – l’intervento per l’attraversamento tra Via Lagrange/Via Nizza è in fase di ridefinizione perchè la proposta degli uffici tecnici è stata bocciata dai ciclisti in quanto giudicata molto più pericolosa del problema da risolvere.
Dei restanti, 4 non sono esenti da pesanti critiche:
Piazza Statuto è in fase di realizzazione anche se il collegamento di Via Bertola/Piazza XVIII Dicembre si snoda fra le pietre sconnesse del pavé e punta dritta sul gradino;
L’attraversamento di via Cernaia e il collegamento con via Bertola sono stati realizzati, ma il percorso punta dritto contro i dissuasori e la ciclabile su via Manzoni è diventata in tempo zero un comodo parcheggio abusivo;
l’attraversamento di Corso Vittorio su Ponte Vittorio / Valentino è stato realizzato in promiscuo anche se la Associazione culturale “Bike Pride”, richiedeva di realizzare due percorsi separati tra pedoni e ciclisti, dato il grande passaggio di entrambi e la possibilità di frizione fra due tipi di utenti;
l’attraversamento del ponte di piazza Vittorio Veneto e gli attraversamenti sulla piazza, sono già stati cancellati dalla pioggia.
Ma qualche segnale positivo c’è: l’intervento su c.so Telesio, c.so Francia, c.so Peschiera, giudicato da molti molto ben fatto, è stato realizzato con cognizione.
Siamo sicuri che col tempo l’Amministrazione completerà gli interventi mancanti, ma va rilevato che tra il dire e il fare (e fare bene affinché gli interventi siano realmente a favore della sicurezza e di un maggiore utilizzo della bicicletta) c’è ancora di mezzo il proverbiale mare. Se queste sono le premesse dubitiamo fortemente – riferisce un comunicato di Bike Pride – che il Biciplan, ancora sprovvisto di copertura economica e di una reale crono-programma di interventi, possa lontanamente raggiungere l’obiettivo di elevare al 15% del totale gli spostamenti in bicicletta entro il 2020, anzi, di questo passo, nel 2020 il rischio è che gli interventi previsti si possano vedere solo sulla carta.
“Ma non ci demoralizziamo – conclude il comunicato -. Anche per il Bike Pride 2013 stiamo stilando la lista di richieste da avanzare all’Amministrazione”.