Abbandonate ogni pregiudizio, qualsiasi distorsione e contaminata proiezione che i nostri media italiani ci hanno trasmesso, nel corso degli anni, riguardo l’Albania e gli abitanti del Paese delle aquile. Non c’è motivo alcuno per inarcare le sopracciglia e, con fare arrogante e quasi sprezzante, postillare il vostro interlocutore con un classico ‘che ci vai a fare in Albania?’. Perché l’Albania non solo è la nuova perla del Mediterraneo ma è anche una meta turistica sempre più fervente e cool.
Nazione che desidera aderire in tempi veloci all’Unione Europea, questa terra balcanica sta facendo di tutto per cambiare pagina e volto. E ci sta riuscendo egregiamente. A partire dalla stessa capitale, Tirana, hub centrale di un Paese dove l’ospite è sacro e la natura, aspra e in bilico su antichi villaggi, ne sa sempre di più.
Annoverata da Cnn Travel come una fra le otto destinazioni più interessanti del Mediterraneo, Tirana è oggi una città tutta da scoprire, una realtà ben lontana da edifici abbandonati e che non ha nulla da invidiare alle altre piccole capitali europee. Anzi. Qui dove una birra, accompagnata da stuzzicherie locali, può costarvi in Lek quanto un pacco di chewing gum dei nostri Euro, tutto sembra possibile e pronto per essere sperimentato.
Tirana, la città più giovane d’Europa
Cani dagli occhi cupi e dai musi abbandonati. Eppure, docili e teneri: questa l’unica nota dolente di Tirana, per noi viaggiatori dagli animi sensibili, amanti del green. Numerosissimi ad ogni angolo, i tanti cani randagi sono comunque sempre pronti ad accoglierti scodinzolanti, anche e nonostante le loro condizioni malmesse. Per il resto, tutta la città è un’esplosione di colori e profumi.
Dimenticate baracche, edifici plumbei del periodo dittatoriale, strade buie e senza vita, o peggio ancora microcriminalità; a Tirana il motto ‘colora et labora’ ha portato alla luce una città non solo sicura da visitare, ma anche imbevuta di tutta quella bellezza tipica di chi ha finalmente raggiunto una ritrovata libertà.
Luoghi di interesse sono la moschea di Ethem Bey, fondata nel 1792 dal poeta omonimo, le mura del Castello, la Torre dell’Orologio e il monumento al difensore della cristianità, Skanderbeg. Da non perdere anche il Museo di Storia Nazionale, dove un’accurata esposizione introduce alla storia recente dell’Albania. Altrettanto meritevole d’attenzione la Galleria delle Arti, con dipinti socialisti che riflettono i cambiamenti politici albanesi nel corso dei decenni. Tappa obbligatoria infine, una passeggiata diurna o serale in una delle zone più suggestive di Tirana: ‘The Block‘, quartiere dove un tempo risiedeva la casta politica del dittatore Enver Hoxha e che oggi rivive sotto una veste modaiola e giovane con locali glamour, gallerie d’arte e centri culturali. Nei pressi di quest’area possiamo ancora scorgere un posto di blocco del periodo comunista con un bunker sotterraneo e un frammento del muro di Berlino, dono della capitale tedesca.
Di fronte al Block, invece, fa eco il vecchio Centro Internazionale di Cultura, meglio conosciuto come la Piramide, ora in stato di semi abbandono.
Per pause nel verde del centro città, invece, segnaliamo il Parco Rinia che, ogni 14 marzo, ospita tra i suoi alberi il Summer Festival, la più grande festa pagana che ha lo scopo di celebrare la fine dell’inverno, il risveglio della natura e una rinascita nello spirito degli albanesi.
Bunk’art, per non dimenticare
Nel paese dove si è stagliato uno dei regimi comunisti più duri dell’est Europa, una tappa doverosa e che tocca il cuore è il Bunk’art, un’esposizione storica e di arte moderna che catturerà tutti i vostri sensi: vista, udito, tatto e olfatto. Dopo oltre 20 anni dalla caduta del comunismo, è stato aperto al pubblico, infatti, il bunker nucleare costruito dal governo comunista di Enver Hoxha: una struttura di cemento di 2.680 metri quadri progettata per ospitare tutta la linea di comando in caso di un attacco nucleare.
Il museo, situato nella periferia della città, permette di rivivere duramente due dei periodi più discussi della nostra storia: la seconda guerra mondiale e gli scontri costanti del blocco comunista durante la Guerra Fredda.
Tirana, una città di pace e speranza
Ma è soprattutto il dialogo tra le religioni a parlare di Tirana. Sebbene l’Albania sia un Paese a maggioranza musulmana, la presenza dei cattolici è comunque capillare. Ortodossi, musulmani e cattolici, al suo interno, convivono pacificamente in un clima di massimo rispetto e fiducia reciproca. Una caratterista questa, come ha sottolineato lo stesso Papa Francesco in una sua recente visita nel Paese delle aquile, preziosissima per la nostra congiuntura storica intrisa di estremismi religiosi e stragi nel nome di diverse confessioni.
Del resto, è ormai questa l’Albania: una nazione che, in nome della pace e della speranza, guarda dritto verso il futuro forte delle cicatrici della sua memoria.