Il 14 ottobre 1958 nasce a Il Cairo, in Egitto, da genitori britannici Thomas Dolby uno dei personaggi più importanti per l’evoluzione tecnologica della musica e delle moderne tecniche di registrazione.
Un mondo fantastico di suoni sintetici
All’anagrafe viene registrato con il nome di Thomas Morgan Robertson. Tornato in Gran Bretagna, cedendo alle insistenze dei genitori studia meteorologia, ma fin dall’adolescenza il suo interesse è completamente attratto dal mondo della tecnologia applicata si suoni. A diciotto anni padroneggia con disinvoltura tutte le innovazioni applicabili alle tastiere. Il suo è un mondo fantastico popolato da sintetizzatori e campionatori di suoni. Lo affascinano le possibilità che si aprono nella creazione di nuovi suoni con il progressivo affermarsi delle tecnologie informatiche. Appena può tralascia la meteorologia per inventarsi tecnico del suono nei tour di qualche band. Tra i gruppi che godono della sua geniale e intuitiva creatività ci sono i Members e i Fall. Nel 1979 si mette in proprio fondando i Camera Club, una band di cui è l’indiscusso leader senza però rinunciare alle collaborazioni come quella che lo lega per un lungo periodo alla cantante Lene Lovich.
Il debutto in proprio
Nel 1981 realizza per la prima volta un disco da solo pubblicando il brano Urges, seguito dall’eccentrico Europa and The Pirate. I discografici premono perché lui abbandoni le faticose collaborazioni con gli altri artisti e si dedichi maggiormente alla sua carriera, ma Dolby fa orecchie da mercante. Anzi, si può dire che proprio in questi anni arrivi alla decisione di considerare entrambi i suoi interessi degni della stessa attenzione. A partire da quel momento la sua carriera alternerà due centri d’interesse: da un lato le sue incisioni, piene d’inventiva e sempre all’avanguardia nelle nuove tecnologie e dall’altro i suoi lavori per altri artisti, come Stevie Wonder, Grace Jones, Foreigner, Joan Armatrading, Herbie Hancock, Dusty Springfield, Prefab Sprout, Joni Mitchell e molti ancora, cui vanno aggiunte anche varie colonne sonore di film. Tra i successi in proprio un ruolo particolare spetta a Hyperactive, accompagnato da un video decisamente innovativo per la capacità di legare strettamente musica e immagini. Emblematici del suo percorso sonoro saranno anche The flat earth, Gothic e Astronauts & heretics.