Appena debuttato a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica, e già pronto ad un prossimo appuntamento a Fabbrica Europa, a Firenze giorno 11 e 12 maggio, The Speech nasce dal lavoro di due coreografe internazionali, Lisi Estaras e Irene Rusolillo. Daily Green è andata a conoscerle e ad approfondire il loro lavoro e amore per l’arte e l’ambiente.
Lisi Estaras, dall’Argentina al Belgio
Lisi Estaras è un’artista argentina, ha partecipato ad alcune produzioni del Ballet Oficial de la Provincia de Córdoba, per poi continuare sin da giovanissima la sua carriera all’estero fino ad arrivare a Les Ballets C de la B. La compagnia di Alain Platel è la sua base in Belgio, ma attualmente lavora come coreografa freelance in tutto il mondo. “Mi piacerebbe pure produrre in Argentina, sono in contatto con il Paese per diversi workshop; a Córdoba la visione della danza contemporanea è ancora molto incontaminata e vorrei fare un montaggio lì”, ci racconta Lisi. Infatti, le carriere di Danza dell’Universidad Provincial de Córdoba sono ancora una recente realtà. Il suo passo da interprete a regista è stato del tutto naturale: “Non ho mai smesso di ballare per essere regista sul palcoscenico, me la cavo in entrambi i ruoli, e l’uno rende solo più forte l’altro”.
Irene Rusolillo, una formazione da nomade
Irene Rusolillo si è formata amatorialmente a Cerignola fino ai diciotto anni, quando si è trasferita a Napoli per laurearsi in Relazioni Internazionali; parallelamente ha continuato i suoi studi professionali nelle arti performative con diversi maestri. Ci racconta: “Ho una formazione da nomade, ho cominciato ad entrare in contatto con il mondo lavorativo come interprete fino a diventare autrice dal primo assolo nel 2010, Ebollizione, e poi con Stracichi e A Loan, nei quali ho cominciato a coinvolgere altre persone creando un lavoro di squadra”.
La danza per le due artiste, la parola a Lisi e Irene
Per Lisi “la danza è quando la parola perde la sua capacità di comunicare e il corpo prende peso, con tutte le emozioni e il movimento che si manifesta in forme diverse”. Molto simile la risposta di Irene: “La danza esiste se qualcuno si muove, la lego molto all’umanità, allo sguardo, al contatto tra le persone”. Per Irene, dunque, la funzionalità della danza è cambiamento: “Il fatto che le persone, guardando qualcuno danzare, abbiano voglia di toccarsi un po’ di più tra di loro, di guardarsi un po’ di più negli occhi, di espandere la propria sfera cinetica ed emotiva, questo crea valore e cambia proprio la visione del mondo”.
Lisi e Irene considerano la danza come fatto teatrale. Per loro “la danza non è limitata al movimento, esiste nel momento in cui c’è qualcuno che agisce e qualcuno che guarda, è basata sulla relazione.”
Ispirazioni e stili di lavoro
Irene afferma di non aver mai avuto un mito: “Con il tempo ho scoperto dei gusti e delle sensibilità, il mio pensiero è stimolato da molte cose diverse tra loro”. Lisi ci racconta invece che lavorare con Alain non è mai stato un esempio di come si fanno le cose, ma una fonte d’ispirazione di come poter trovare in se stessi il proprio modo di esprimersi. Quando si lavora con i propri ballerini “ognuno deve trovare la sua strada e il suo modo di mettere una forma a tutto il caos che abbiamo dentro”.
Irene e Lisi, l’incontro
L’incontro di entrambe avviene perchè nel 2014 Irene vince il Premio Equilibrio, per il quale doveva scegliere un coreografo. “Non conoscevo Lisi personalmente, ma mi sono sentita vicina alla sua scuola di provenienza, mi sentivo in sintonia con il linguaggio da Les Ballet C de la B e Lisi ha accolto l’invito a condividere questa avventura”, ci confida Irene. Lisi aggiunge: “Non ho mai lavorato con ballerini che non conoscevo, veniamo da luoghi e modi di lavorare molto diversi, ma abbiamo trovato la chiave di volta per una perfetta collaborazione”.
The Speech
The Speech prende spunto da un recente assolo di Lisi, ci spiega Irene: “Lisi aveva dei temi a cui teneva, una percorso coreografico che noi abbiamo seguito prendendo delle deviazioni con le mie improvvisazioni e la mia eredità culturale”.
Lisi vede in The Speech che un’esperienza di vita può diventare immaginario dell’altro, “del resto abbiamo tutti gli stessi problemi o desideri, la vita non è poi così personale”. Irene aggiunge: “Il discorso autobiografico ha tutto un mondo intorno che parla, sono attraversata da una serie di pensieri personali, ma anche pensieri collettivi, c’è qualcosa che è molto popolare nelle scelte che abbiamo fatto. Il nostro rapporto durante tutta la produzione si è trasformato, all’inizio era più morbido, poi Lisi è entrata sempre di più nel suo ruolo di regista.”
Prossimi progetti
Lisi intanto continua la sua ricerca che non è una tecnica, ma uno stile di composizione Monkey Mind: “I pensieri caotici nella testa che non possiamo controllare sono come le scimmie che saltano da un albero all’altro, e non hanno alcuna logica, non c’è mai una messa a fuoco ed il mio intento è cercare di tradurre questo in moto”. Tra i suoi prossimi progetti troviamo un pezzo come interprete, nel quale Lisi lavora con un attore, e un altro montaggio con bambini affetti da Sindrome di Down. Una grande sfida.
E Irene? La sua prossima creazione è insieme ad un videomaker, ed ha come obiettivo il continuare sempre la ricerca di creare materiale performativo a partire delle proprie esperienze. A Irene interesserebbe tantissimo lavorare con ballerini giovani, non ancora professionisti.
Lisi e Irene, una grande attenzione al green
Irene è molto attenta al green: “Non mangio carne e cerco di essere sempre moderata in tutto nella mia vita, non ho cento paia di scarpe e se compro cose belle è perchè sono di seconda mano e quindi vintage; credo molto nel principio del riuso e del riciclo, sono molto attenta nel mantenere un’alimentazione sana. Cerco inoltre di usare poche medicine e di avere uno sguardo critico sulle cose”.
E Lisi? “Gand, la mia città, è una società molto consapevole della natura, il posto in cui uno sceglie di vivere è essenziale per prendere in considerazione queste tematiche. Dove vivo è facile, circoliamo in bicicletta. Mi alleno, mi dedico ad ascoltare musica, pratico yoga e faccio lezioni di Feldenkrais da amici-colleghi. Poi nella messa in scena uso quello che c’è, atelier e abiti; il mio investimento è nei ballerini, non nella scenografia, ma non credo questo abbia a che fare solo con la mia coscienza, è un sistema che è così, e credo sia il corretto”.
The Speech
Creazione: Lisi Estaras e Irene Russolillo / Interpretazione: Irene Russolillo
Trattamento audio: Spartaco Cortesi / Disegno luci: Valeria Foti / Ph: Marta Comestaña
Produzione: Fondazione Musica per Roma “Vincitore del Premio Speciale per l’interprete
Equilibrio – Roma 2014”, ALDES
Col supporto di: MIBACT – MINISTERO per i Beni e le Attività Culturali e del
turismo/Direz. Generale per lo spettacolo dal vivo, REGIONE TOSCANA/Sistema Regionale dello Spettacolo
Collaborazioni: Les ballets C de la B/studio – Gent, MonkeyMind vzw, Santarcangelo dei Teatri