Home C'era una volta Teddy Edwards, un sax che attraversa le mode

Teddy Edwards, un sax che attraversa le mode

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Il 26 febbraio 1924 nasce a Jackson, nel Mississippi, il sassofonista Teddy Edwards, registrato all’anagrafe con il nome di Theodore Marcus Edwards.

Dal contralto al tenore

Teddy è figlio d’arte. Il padre suonava trombone, violino, strumenti ad ancia e il nonno il basso. Lui inizia gli studi musicali nella città natale nel 1936 e prosegue con alti e bassi fino al 1949 quando a Los Angeles ha come maestro Merle Johnston. Agli inizi si dedica al clarinetto e al sassofono contralto e debutta con Doc Parmlee nel 1936. Due anni più tardi è con Don Dunbar e nel 1940 con Paul Gayten. Nel 1942 si trasferisce a Detroit dove suona con il pianista Hank Jones, con Tweed Beard e altri. Dopo aver dato vita a un’orchestra sotto proprio nome ad Alexandria e a Tampa suona prima con Ernie Fields e Roy Milton e, infine, con Howard McGhee. Da quel momento opta per il sassofono tenore al quale resta fedele per sempre.

Dalle grandi orchestre alla scelta solitaria

Tra il 1949 e il 1950 si trasferisce in California e viene scritturato da Benny Carter prima e da Gerald Wilson poi. In questo periodo prende parte a numerosi concerti, sempre in California. Nel 1954 suona con Max Roach ma l’anno successivo torna con Benny Carter. Dal 1955 al 1960 rimette in piedi un gruppo a suo nome pur non rinunciando a qualche collaborazione come quando, nel 1958 si esibisce con Leroy Vinnegar. Tra il 1965 e il 1965 si unisce a Benny Goodman prima di scegliere la definitiva indipendenza. Da free lance suona con Shelly Manne, Gerald Wilson, Earl Grant, Nancy Wilson oltre che per la TV, la radio e il cinema. Appare anche in diversi festival e al fianco di ottimi musicisti, come Milt Jackson, Ray Brown e Bill Berry. Muore il 20 aprile 2003.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".