Home C'era una volta Teddy Brannon, un pianista tecnicamente preparato

Teddy Brannon, un pianista tecnicamente preparato

SHARE

Il 27 settembre 1916 nasce a Moultrie, in Georgia, il pianista Teddy Brannon, registrato all’anagrafe con il nome di Humphrey Brannon.

Uno strumentista molto conteso

Brannon studia pianoforte dall’età di nove anni a Linden, una cittadina del New Jersey dove la sua famiglia si è trasferita. Inizia l’attività professionale quando è ancora studente con orchestre da ballo della sua città. Tra il 1937 e il 1942 suona in vari locali di Newark alla testa di proprie orchestre da ballo. Nel 1942 viene scritturato da Benny Carter con la cui orchestra suona per circa due anni, registrando anche dei dischi per la Capitol. Nel biennio 1945-1946 è molto conteso dalle band che suonano nei più rinomati club della 52a e nel 1947 forma un suo trio che terrà in vita per diversi anni e con il quale registra anche dei dischi nel corso del 1949.

Stile brillante

Negli anni Cinquanta suona con Roy Eldridge, Bennie Green e Buddy Rich prima di entrare a far parte dell’orchestra di Johnny Hodges. Tra il 1954 e il 1957 Teddy Brannon suona e incide con l’orchestra del sassofonista Illinois Jacquet e nel 1958 si unisce al trombettista Jonah Jones, che in quel periodo gode di vasta popolarità. La critica ritiene Teddy Brannon un pianista tecnicamente molto preparato, dallo stile brillante, ridondante di note ispirato sia allo stile di Oscar Peterson che a quello di Erroll Garner. Muore il 24 febbraio 1989 a Newark, nel New Jersey.

 

Previous articleGuida Bio 2025, a Salerno la sesta edizione
Next articleKoko Taylor, la Regina del Blues
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".