Per la tormentata vicenda che riguarda il Teatro San Babila di Milano non si accenna a trovare una soluzione: dopo l’annuncio dello scorso 1 febbraio della chiusura del teatro a fine stagione, non si ferma il braccio di ferro fra la gestione di Gennaro D’Avanzo e la Parrocchia di San Babila, amministratrice per conto della diocesi dello stabile.
In seguito alla richiesta di sfratto immediato da parte del monsignor Alessandro Gandini, il direttore ha dichiarato la sua intenzione di ricorrere in Cassazione con l’obiettivo di portare a termine una stagione 2012/2013 la cui chiusura ufficiale era prevista nel mese di maggio.
Teatro San Babila, gli attori contro il Vaticano
La sentenza d’appello aveva stabilito che il contratto fra D’Avanzo e la Parrocchia non era di locazione d’immobile, come affermato il tribunale che aveva consentito all’attuale gestione di continuare il suo lavoro fino al 2020, bensì di affitto d’azienda, imponendo così a D’Avanzo uno sfratto.
Ora toccherà alla Cassazione il compito di dirimere la questione: il primo passo sarà decidere se emanare o meno un provvedimento sospensivo dello sfratto, per garantire la naturale conclusione della stagione teatrale dello stabile nel centro di Milano.
Igon Maucoschi