Quante volte lo sport si veste di contenuti e significati che proprio non vorremmo. Pensiamo alle incomprensibili violenze, alla spasmodica ricerca della sola vittoria (ma una volta non si diceva che l’importante è partecipare?) o al non rispetto di principi enormi nella loro semplicità come la lealtà e il rispetto delle regole (e anche qui potremmo finire in un profondissimo pozzo di esempi). E allora, premesso tutto questo, come non rallegrarsi alla notizia che anche quest’anno, così come nel 2010, a poco più di due mesi dall’inizio dei Mondiali di Calcio si è disputata a Rio de Janeiro la seconda edizione della “Street Child World Cup“, la Coppa del mondo dei bambini di strada. E questo è lo sport che preferiamo, quello che cammina a fianco del “sociale” nel sostegno di quelli che sono i diritti umani fondamentali.
Una Coppa del mondo per il sociale
Ideato da “Save the Children” il torneo ha infatti come obiettivo quello di aiutare i giovani meno fortunati allontanandoli dalla povertà e dal degrado e assicurando loro alcuni bisogni primari come quello di una casa, di una protezione, di una istruzione e di una assistenza sanitaria. E tutto questo è stato scritto nero su bianco, così come 4 anni fa a Durban, in una bella dichiarazione che porta proprio il nome della città ospitante, Rio appunto, e che verrà presto trasmessa alle Nazioni Unite.
“Street Child World Cup“, la Coppa del mondo dei bambini di strada
E il calcio? All’appuntamento carioca presenti ben 230 adolescenti (tutti di età compresa tra i 14 e i 17 anni) divisi in 25 squadre in rappresentanza di 19 paesi, per lo più africani, asiatici e latinoamericani. Ad aggiudicarsi il titolo maschile la Tanzania vittoriosa con il punteggio di 3 a 1 sul Burundi, quello femminile il Brasile grazie al successo ottenuto per 1 a 0 sulle Filippine. Il risultato più atteso sarà però quello di riuscire davvero a spingere le nuove generazioni di ogni parte del mondo verso un futuro più luminoso..e chissà che la benedizione e l’incoraggiamento dati da Papa Francesco all’inizio della manifestazione non siano di speciale auspicio.