Il 15 settembre 1965 muore all’età di settantacinque anni il contrabbassista Steve Brown, all’anagrafe Theodore Brown, fratello minore del trombonista Tom Brown.
Un protagonista del dixieland
Protagonista di primo piano del revival dixieland degli anni del dopoguerra, si fa notare per la prima volta nel 1923 quando sostituisce il contrabbassista Arnold Loyacano nell’orchestra dei New Orleans Rhythm Kings. Nello stesso periodo suona anche con il gruppo del cornettista Murphy Steinberg al “Midway Gardens” di New Orleans. All’inizio degli anni Trenta se ne va a Detroit dove ha modo di allargare la sua popolarità con vari gruppi, alcuni dei quali lo vedono nel ruolo del leader. Verso la metà degli anni Cinquanta si unisce alla band del fratello Tom senza però rinunciare a qualche esperienza autonoma.
Tra i migliori nello slap
Legato agli schemi del jazz più morbido e tradizionale è uno dei campioni della tecnica contrabbassistica dello “slap” tanto che c’è chi lo definisce, a torto, “l’inventore dello slap”. Che cos’è lo slap? La parola, che significa “schiaffo”, indica una tecnica particolare per suonare il contrabbasso nata all’inizio del secolo e che consiste nello “schiaffeggiare” corde e cordiera dello strumento sui tempi pari della battuta in 4/4 dopo aver pizzicato la nota sui tempi dispari. Quando lo slap viene dato “in levare” fra tutti e quattro i tempi della battuta si crea una sorta di raddoppio del tempo iniziale. Brown, dunque, non l’ha inventata, visto che esiste già quando lui inizia a suonare, ma ne ha sviluppate le possibilità. Non si limita, infatti, a utilizzare lo slap in modo rigido, ma ne fa una componente sonora dell’esecuzione. Invece di pizzicare le corde trasversalmente, lo fa tirandole verso l’esterno in modo che la corda ribatta contro la cordiera producendo, oltre alla nota voluta, un rumore secco come una frustata. È ancora oggi possibile verificarne l’efficacia in brani divenuti leggendari come Dinah o My pretty girl da lui registrati con l’orchestra di Goldkette.