E’ Sos parchi. La natura è senza più tutela. L’allarme è stato lanciato dagli ambientalisti sulla riforma presentata in aula. Il rischio è che i Parchi si trasformino in aziende.
Parchi, è allarme: diventeranno aziende
In sostanza il rischio è che le aree protette diventino “produttive” nel senso più dannoso del termine. La riforma sbarcata in aula prevede, in sostanza, una privatizzazione dei parchi naturali italiani con la richiesta di una valorizzazione economica del capitale naturale di cui dispongono. Lo conferma il relatore Borghi (Pd) in aula. L’obiettivo della riforma sulle aree protette italiane – sottolinea – consentirà di «creare un sistema nazionale delle aree protette, cioè viene creata una politica unitaria in cui parchi nazionali, parchi regionali e aree marine protette saranno all’interno di un unico regime di programmazione che tra l’altro sarà funzionale all’attuazione in Italia della strategia di adattamento sul clima».
Parchi, speculazione sulla Natura
Verrà attuata una nuova gestione affidando criteri di assegnazione del budget, qualificando la figura del direttore dei Parchi che diventerà una specie di manager che amministerà i Parchi seguendo logiche di mercato.
Parchi, gli ambientalisti: “Una riforma dannosa”
Le associazioni ambientaliste sono inevitabilmente sul piede di guerra. Dante Caserta del Wwf che ha promosso un sit in sotto Montecitorio non ha mezzi termini: «Con questa riforma non solo non ci sarà bisogno di competenze specifiche per direttori e presidenti di parco ma la governance delle Aree protette viene spostata dallo Stato verso il livello locale; vengono coinvolti nella governance portatori di interesse economici specifici, indebolendo gravemente la tutela degli interessi generali rappresentati dallo Stato; le Aree marine protette subiranno una maggiore frammentazione e una ancor maggiore pressione degli interessi locali».
Ancora più dura una nota di Italia Nostra che sottolinea come questa riforma «passerà alla storia per la più grande e grave speculazione mai fatta sui parchi e le aree verdi italiane. L’ennesimo piatto da spartire per garantire poltrone e favoritismi politici a danno di un patrimonio unico al mondo che è patrimonio di tutti gli italiani».
Parchi, il Wwf si mobilita a difesa delle aree protette
Il WWF si “mobilita per difendere i Parchi nazionali nel giorno della presentazione in aula alla Camera di una legge che rischia di portare indietro di 40 anni il sistema di protezione della natura” e invita tutti a scrivere al deputato della propria circoscrizione. Lo annuncia la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi che aggiunge: “La proposta di riforma è una grande opportunità perduta: se il testo non verrà emendato ma licenziato frettolosamente, anziché rilanciare e rafforzare i Parchi italiani li indebolirà”.
“Il WWF – aggiunge Donatella Bianchi – si rivolge a tutti i deputati che da affronteranno in Aula la proposta di legge affinché accolgano una serie di modifiche sostanziali per modificare il testo che rischia di stravolgere il sistema delle Aree protette e di indebolire la Natura D’Italia”. Nonostante la Costituzione attribuisca allo Stato il compito di proteggere la natura, con la nuova legge, di fatto, le Aree protette passerebbero sotto la diretta influenza degli Enti territoriali, rischiando di essere ostaggio di logiche partitocratiche e localistiche.
Per questo l’associazione ambientalista chiede anche a tutti coloro che sono contrari alla nuova legge di scrivere al deputato della propria circoscrizione invitandolo a intervenire “a difesa della natura”, e invita anche a fare un tweet con l’hashtag #sosnaturaditalia e con il testo “@lauraboldrini @PietroGrasso perché stravolgere la più importante legge italiana per la tutela della natura? #sosparchi con @WWFitalia“.