Home C'era una volta Son Bonds, il bluesman ucciso per uno scambio di persona

Son Bonds, il bluesman ucciso per uno scambio di persona

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Nella notte del 31 agosto 1947 a Dyersburg, nel Tennessee, vari colpi d’arma da fuoco uccidono il bluesman Son Bonds mentre è seduto sotto il portico di casa sua.

Bluesman di strada

Nato a Brownsville, nel Tennessee, il 16 marzo 1909 Abraham John Bond Jr., questo è il suo vero nome, si afferma rapidamente come un buon banjoista e un cantante dall’impostazione tipicamente rurale. Classico rappresentante del blues meridionale si esibisce lungo le strade delle città del Tennessee.

Con Hammie Nixon e Sleepy John Estes

Son si esibisce spesso con Hammie Nixon e Sleepy John Estes dal quale trae ispirazione per il modo di suonare. Estes e Nixon suonano anche in tutte le registrazioni di Bonds il quale nell’ultima parte della sua carriera suona anche il kazoo e la chitarra in diverse tracce. La sua morte improvvisa lascia stupoefatti tutti i suoi amici. Secondo quanto raccontato da Nixon sull’evento, a ucciderlo è il un vicino di casa miope che lo scambia per un altro.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".