Dailygreen

Shirley Clay, il trombettista conteso dalle big band

Il 7 febbraio 1951 muore a New York il trombettista Shirley Clay, uno dei protagonisti del jazz della prima metà del Novecento.

Cresciuto alla scuola di St. Louis

Nato a Charleston, in Missouri, nel 1902, inizia l’attività musicale a St. Louis all’inizio degli anni Venti e si forma in seno alla scuola da cui sono usciti molti valenti trombettisti come Charlie Creath, Bob Shoffner, Leonard Davis, Dewey Jackson e Albert Snaer. Tra il 1923 e il 1924 effettua una lunga tournee attraverso gli Stati Uniti con i Synco Jazzers di John Williams, per poi stabilirsi definitivamente a Chicago dove entra nel giro dei musicisti operanti nel South Side, suonando soprattutto in seno ai gruppi diretti dal pianista Richard M. Jones e dal trombonista Preston Jackson con i quali incide tra il 1926 e il 1927 numerosi dischi, nei quali può  essere facilmente scambiato per Freddie Keppard (è tuttora dubbio chi dei due sia il cornettista che si ascolta in Some Sweet Day). Nel 1927 viene scritturato dalla Georgia Band diretta da Ma Rainey e quindi dalla orchestra di Carrol Dickerson. Nel 1929 entra a far parte dell’orchestra di Earl Hines partecipando alle prime sedute di incisione registrate da Fatha a Chicago e in quello stesso anno suona e incide anche con i Dixie Rhythm Kings, un gruppo comprendente George Mitchell, Cecil Irwin, Omer Simeon e Wallace Bishop, tutti gregari dell’orchestra di Hines.

Tra big band ed esperienze in proprio

Nel 1930 suona con Harry Dial, ma l’anno successivo se ne va con Don Redman. Nel corso del 1933 viene scritturato da Benny Goodman e da Ben Pollack che dispone in quel periodo di una splendida orchestra costituente l’embrione della futura orchestra di Bob Crosby. Nel 1937 entra a far parte dell’orchestra di Claude Hopkins. Nel 1940 ritorna per un breve periodo con Earl Hines, per poi passare nell’orchestra di Horace Henderson e, successivamente, nella big band di Cootie Williams. Nel 1944 suona al Cinderella Club di New York alla testa di una propria formazione; si riassocia quindi a Claude Hopkins con il quale si esibisce in vari locali sempre di New York. Nella seconda metà degli anni Quaranta agisce soprattutto come leader, ma accetta delle buone offerte per lavorare anche con le orchestre di Harry Dial e di Manzie Johnson. Poco prima di morire suona a New York alla testa di una formazione avendo come co-leader Edgar Battle.

 

Exit mobile version