Si è tenuto ieri 14 maggio, presso l’Auditorium del Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso, il convegno “L’evento Diossina 40 anni dopo: quali insegnamenti” alla presenza di circa 150 medici del territorio, interessati ad approfondire quello che ha rappresentato il disastro dell’ICMESA di Seveso e gli studi che sono stati effettuati da allora.
40 anni dopo Seveso ricorda “l’evento diossina”
Ricerche rese possibili anche grazie allo spirito visionario dei medici operanti in quel periodo che, fin dal primo momento, conservarono i campioni di sangue raccolti: una condizione particolare e unica al mondo che ha permesso in seguito di studiare la relazione fra l’esposizione alla diossina e i suoi possibili effetti. Nel corso del convegno è stato ricordato più volte come, a seguito di questo tragico evento, sia risultato essenziale il senso civico della popolazione, dei medici e delle Istituzioni che, insieme, riuscirono a far fronte alla situazione nella quale versava non solo Seveso, ma anche i territori circostanti.
Dopo i saluti introduttivi di Carlo Maria Teruzzi, Presidente OMCeO MB, hanno preso parola Guido Marinoni, Consigliere Nazionale FNOMCeO; Paolo Butti, Sindaco di Seveso e Matteo Fumagalli, Presidente Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Ad aprire gli interventi scientifici è stato il Prof. Paolo Mocarelli, già Direttore del Servizio Universitario Medicina di Laboratorio – H. Desio con l’intervento “Impatto dell’Evento e scelte effettuate”, seguito dal Prof. Pietro Alberto Bertazzi, Clinica del Lavoro – Università degli Studi di Milano che ha presentato una relazione dal titolo: “Studi epidemiologici di mortalità e di incidenza tumori”. Tra gli ospiti della mattinata, anche Sua Eminenza Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo Emerito della Diocesi di Milano e testimone partecipe all’epoca dei fatti.
La sessione mattutina si è conclusa con l’intervento “Effetti della diossina sull’uomo” a cura di Paolo Mocarelli e Paolo Brambilla, Docente di Biochimica Clinica Università Milano Bicocca e Direttore del Servizio Universitario Medicina di Laboratorio – H. Desio e con l’intervento “Art.5 Codice di Deontologia Medica Valutazione impatto sanitario (V.I.S.) – Esperienze attuali e prospettive future” a cura di Raimondo Ibba – Presidente OMCeO Cagliari e Referente Comitato Centrale FNOMCeO per Ambiente, Salute e Sviluppo Economico.
L’esperienza di Seveso e le questioni ambientali di oggi
“I medici hanno la responsabilità nell’affrontare le questioni di salute, sempre più spesso correlate all’ambiente, non solo sul singolo paziente ma sull’intera comunità – ha dichiarato Carlo Maria Teruzzi, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Monza e Brianza – Questo convegno è un’occasione importante anche per capire quale eredità, quell’ ”evento diossina”, ha lasciato ad una generazione che dovrà dimostrare una particolare sensibilità per le questioni ambientali”.
Il convegno è proseguito nel pomeriggio con la sessione titolata Cosa è cambiato da allora nel rapporto tra ambiente e salute, che è stata aperta con l’intervento “Le patologie croniche nella popolazione: dati dell’Agenzia Tutela della Salute delle Brianza” a cura di Luca Cavalieri D’Oro, Servizio di Epidemiologia ATS della Brianza; seguito da Roberto Romizi, Presidente Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia che ha tenuto un intervento dal titolo “Medici Sentinella sulle malattie di origine ambientale”; Ian Marc Bonapace, Docente di Patologia Generale e Oncologica Molecolare – Università dell’Insubria con l’intervento titolato “Il ruolo dell’epigenoma negli effetti a lungo termine delle esposizioni ambientali”.
La sessione si è conclusa con l’intervento “Direttiva Seveso 3: evoluzione delle norme europee e nazionali per la prevenzione negli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante” a cura di Luca Zucchelli, Regione Lombardia, D.G. Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile.