Gli artisti sono Alberta Piazza e Sergio Vecia ed il giorno 22 gennaio 2019 alle ore 17.00, la Galleria Il Laboratorio inaugurerà questa mostra a cura di Roberta Melasecca; visitabile fino al 27 gennaio 2019.
Ciascuno di noi può o può essere stato affascinato dai semi, a volte davvero spettacolari e come ossificati come piccole sculture, a volte apparentemente vulnerabili e dotati di ali oppure uncini, a volte racchiusi in frutti appetitosi o in baccelli che si aprono
sparando fuori il loro contenuto a volte con un’energia inimmaginata. Apparentemente sembrano privi di vita come di succo; dormienti per un periodo di tempo variabile da pianta a pianta, ma sappiamo come possano contenere il germoglio e l’intera pianta che si svilupperà, essendo un organo che contiene una memoria antica ed il futuro della specie.
Esistono apposite ed utilissime banche dei semi, dove questi ultimi sono conservati anche a salvaguardia di una biodiversità globale sempre più fragile, ma più semplicemente intorno a noi la Natura fa il suo corso attraverso di essi e noi siamo invitati a
salvaguardarla. Esiste un altro modo di recuperare un’unità sensoriale ed emotiva con la parte primordiale dell’universo, con i cicli della terra e la capacità rigenerativa della vita, osservando ed indagando elementi piccoli, all’apparenza inerti e immobili ma che hanno sempre accompagnato l’uomo nel corso della storia per farne opere simboliche che raccontano. Così con questa bellissima mostra “SEMIdei” Alberta Piazza e Sergio Vecia invitano ad una riflessione sul nostro futuro, nella salvaguardia del nostro passato come memoria biologica. Il seme proviene dalla pianta che non vedi più, e porta in sé quella che non vedi ancora – recita un detto indiano.
Dal testo della curatrice Roberta Melasecca – “L’essere umano deve ricordare che è un animale e quindi che è natura, non c’è nulla nell’umano che possa sfuggire alla natura. La cultura è il nostro modo di essere natura: come l’usignolo canta, noi scriviamo poesie, costruiamo cattedrali.”- Così spiega Raffaele Mantegazza dell’Università degli Studi di Milano Bicocca (Intervista su Rai Cultura in occasione della rassegna“MeetMeTonight, Faccia a faccia con la ricerca 2017).
Natura e cultura sono legate profondamente già dal loro significato etimologico. Il termine natura presenta una derivazione estremamente articolata che racchiude in sé l’idea di totalità, nascita, crescita e divenire: le radici greche e latine – φύσις e φύω generare-crescere, γένος nascita γένη generazione da cui la radice latina gna e il verbo nasci nascere – evidenziano un unico significato: natura come la globalità delle cose e degli esseri esistenti nell’universo che nascono, vivono e muoiono, natura come il divenire del mondo. La parola cultura deriva dal verbo latino colere -coltivare, presupponendo così una azione dell’uomo sulla natura e su se stesso: con il passaggio dalla vita nomade a quella stanziale, coltivare viene esteso anche ad altri significati, come abitare un territorio, fare crescere e prendersi cura di elementi materiali e immateriali. Cultus, dunque, come cura del paesaggio e cura dell’essere umano nella sua parte spirituale e cognitiva.
Sergio Vecia (Roma,1953). Ha iniziato ad usare la fotografia come strumento espressivo all’età di 15 anni, in seguito al ritrovamento fortuito di una macchina fotografica.
Fotoreporter per circa tre anni a Roma, nel 1979 fonda lo studio Spazio Visivo insieme ad altri tre fotografi, specializzandosi in pubblicità, fotografia per i beni culturali, video e progetti multimediali. Tra i principali premi e progetti: realizzazione del Libro Exempla di poesia ed immagini insieme due autori; realizzazione del libro 20×13 Fotografia e Poesia; primo premio concorso cortometraggio Filmare con La Giostra; premio al Concorso Corti Filmare; primo premio al Concorso corti Roma 2009; finalista con il cortometraggio Indagine 345 al Concorso corti Roma; Collettiva fotografica Roma Euritmia; Premio al I°Premio Fotografia Genova Saturarte 2010; Collettiva Genova Il giallo 2010; Premio al Genova biennale d’arte 2011; terzo premio Fotografia Satuarte 2011; Finalista Spazio Ottagoni 2011; Finalista collettiva Art Prize 2011; Premio al Concorso Biblioteca Angelica Oltre il Libro 2016.
Alberta Piazza, veneziana, completa la sua formazione professionale a Milano, frequentando l’Accademia delle Belle Artidi Brera. E’ stata per molti anni art director nel settore pubblicitario a Milano e a Roma. Ha partecipato a numerose mostre in ambito nazionale e internazionale. Vive e lavora tra Roma e l’Umbria.
Tra le principali esposizioni e residenze: Tiny Biennale – Temple University Roma / RAW Rome Art Week / Riarteco – Messina, Pesaro, Milano, Genova / Abstracta- Villa Comunale – Frosinone / ArtExpoGenova – Palazzo Stella / Lembi – Set – Roma / Pigneto Città Aperta – Tuba Roma / Liquida residenza Porto degli Argonauti – Metaponto, Matera / Affordable Art Fair – Macro “La Pelanda” / Premio Nocivelli – Brescia / Nuova Percezione Visiva – Palermo / Arte Moderna Centro Culturale Franco – Italiano Espace Cosmopolis – Nantes (Francia) / Primo Premio Lions Club per l’arte contemporanea – Roma / Finalista Arte Contemporanea La nave e il mare – Genova / Micronarrazione e Libro d’Artista – Inart, Roma / Extempore – Castello Orsini – Bomarzo, Viterbo / Nuove tendenze dell’arte – Monaco (Germania) / Visione #00 – Inart, Roma.
SEMI/dei Mostra di Alberta Piazza e Sergio Vecia a cura di Roberta Melasecca Inaugurazione 22 gennaio 2019 ore 17.00 – Galleria Il Laboratorio, via del Moro 49 – Roma
Dal 22 al 27 gennaio 2019 – Orari: 16/20.30 – fuori orario 389- 4369840 Ingresso libero –
Melasecca PressOffice – www.melaseccapressoffice.it www.interno14next.it