Home C'era una volta Sam Falzone, fraseggi tesi e nervosi

Sam Falzone, fraseggi tesi e nervosi

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Il 20 dicembre 1933 nasce a Buffalo, New York, il saxoclarinettista Sam Falzone, all’anagrafe registrato con il nome di Salvatore Joseph Falzone.

Nella banda dell’aviazione

Inizia a studiare clarinetto all’età di quattordici anni prosegue ininterrottamente fino al 1951. Nel 1952, chiamato alle armi, presta il servizio militare nell’aviazione ed entra a far parte della Air Force Band. Congedatosi nel 1955 riprende a lavorare con vari gruppi.

L’esperienza nelle big band

Nel 1964 incontra il trombettista Don Ellis che lo scrittura per la sua big band. Quattro anni dopo lascia Ellis per entrare nella big band del batterista Buddy Rich. Chiusa anche questa esperienza riduce progressivamente le esibizioni dal vivo per dedicarsi quasi esclusivamente all’attività di studio. Il suo stile, fortemente influenzato dal linguaggio dell’hard bop, è sostenuto da una forte espressività e da una voce strumentale molto potente che si esprime in fraseggi tesi e nervosi. Muore il 22 settembre 2013.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".