Home C'era una volta Ronnie Mathews, il pianista della Jazz Mobile

Ronnie Mathews, il pianista della Jazz Mobile

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Il 2 dicembre 1935 nasce a Brooklyn, New York, il pianista Ronnie Mathews, all’anagrafe Ronald Albert Mathews.

Gli inizi con Max Roach

Allievo del compositore Hall Overton si diploma nel 1959 presso la Manhattan School of Music. Dopo alcuni ingaggi di scarsa rilevanza, nel 1963 inizia a collaborare con il batterista Max Roach, con il quale partecipa anche ad alcune incisioni e a una tournee in Giappone. Lasciato Roach, suona con Roy Haynes e con Freddie Hubbard. In seguito, pur continuando la sua attività di esecutore, si è dedica prevalentemente alla composizione e all’attività didattica e pedagogica, e soprattutto a fianco della istituzione della Jazz Mobile. All’inizio degli anni Settanta riprende a esibirsi più continuativamente in pubblico aggiornando e affinando le proprie capacità stilistiche in un gruppo che comprende il trombettista Woody Shaw, il sassofonista Junior Cook, il contrabbassista Stafford James e il batterista Louis Hayes.

Eccellente strumentista anche in sala di registrazione

In sala di registrazione collabora con Shaw, con il sassofonista Franck Strozier e con il contrabbassista Sam Jones. In quel periodo non mancano insicioni a suo nome nelle quali e affiancato da Franck Foster, Tex Allen, Jimmy Cobb e Walter Booke. Il suo lavoro più interessante resta quello compositivo con brani che rappresentano un aggiornamento del linguaggio hardboppistico. Eccellente strumentista, dotato di ottimo tocco e di notevole senso del ritmo, utilizza il lessico boppistico arricchendolo d2i sonorità nuove attinte alla scuola di McCoy Tyner. Muore il 28 giugno 2008 a Brooklyn.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".