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Roma, città al collasso. Interviene Ignazio Cozzoli

Roma

Roma è ormai alla paralisi politica e amministrativa. DG ne ha parlato con Ignazio Cozzoli.

Ambiente e rifiuti nel caos. Trasporti e mobilità nel disordine più totale. Per non parlare di attività produttive, scuola e cultura in grave dissesto. Com’è possibile che Roma, la Capitale d’Italia, si sia ridotta in questo stato e con un livello del dibattito pubblico ai minimi storici? E come mai non si registra alcuna plausibile alternativa di ordine politico all’inconcludenza della Giunta Raggi? Ne abbiamo parlato con Ignazio Cozzoli, esperto in tema di rifiuti e trasporti, per comprendere lo stato dell’arte della Città Eterna.

Roma, a che punto siamo?

Roma è di nuovo sommersa dai rifiuti e la situazione generale è tornata a essere molto critica. Malgrado la raccolta differenziata sia in aumento, gli impianti restano sottodimensionati e si fa ampio uso di discariche e inceneritori. Ma le imposte che i romani pagano per questo servizio sono tra le più alte d’Italia. Come mai si è arrivati a questa situazione?

La situazione attuale deriva da una sintesi tra lo sfascio dell’AMA e l’attuazione del programma per Roma, un accordo che doveva portare la Capitale sulla via della differenziata diffusa. Per circoscrivere una dinamica che va avanti ormai da lungo tempo, possiamo partire dalla Giunta Marino che, come primi atti della sua amministrazione, immaginò di dare alcuni segnali forti come la misura riguardante i Fori Imperiali e la chiusura di Malagrotta, la quale sicuramente rispettava le indicazioni dell’UE ma è avvenuta senza alcuna programmazione preventiva. Com’è noto il Lazio ha carenza di impianti di smaltimento di tutti i tipi ma, in tutto questo, si è cercato di accelerare la programmazione della differenziata tentando di dargli un’impronta “green” ma qui arriva l’altro corno del problema ossia il disastro dell’AMA, azienda con un organico di 8000 dipendenti più 2600 di Multiservizi.

Ignazio Cozzoli

Si decide comunque di giocare la partita della differenziata spostando mezzi e risorse ma la municipalizzata non è affatto preparata a fronteggiare la situazione sia perché il parco mezzi è molto vetusto e sia perché il personale non era formato per questo tipo di servizio. Aggiungiamo poi le difficoltà logistiche tra quartiere e quartiere che rende molto dispendiosa la differenziata specie se pensiamo a zone molto eterogenee a livello di popolazione come Ostia. AMA dovette così sottrarre risorse dal decoro e dallo spazzamento per destinarle alla differenziata e lo sforzo non era assolutamente possibile da sopportare. In tutto questo, AMA ha un debito strutturale di 700 milioni e produce interessi passivi per quasi 30 milioni l’anno e, all’epoca di Marino, fu poi necessario, per garantire la rinegoziazione della linea di credito e fornire delle precise garanzie, fare la scelta folle di acquisire il terreno del Centro Carni che prima era di Roma Capitale e poi di Risorse per Roma. Ma il nodo centrale di questa vicenda, come ha denunciato il ministro Galletti, è che Roma non riesce a chiudere il ciclo di rifiuti per non aver programmato nessun tipo di impianto per la trasformazione dell’organico in differenziata. L’idea di Marino era quella di preparare comunque dei bandi che consentissero lo smaltimento in altre regioni o all’estero ma il ministro Galletti ha sottolineato che, seppur corretta da un punto di vista di appaltistica, questa misura non è consentita dalle direttive UE che prevedono criteri di prossimità dello smaltimento. Per concludere, dico solo che la situazione attuale è quasi ridicola perché il 30 dicembre scorso, il Consiglio di Stato ha dato l’assenso alla possibilità di assegnazione di bando a una società tedesca che trasporta a nostre spese i rifiuti in Germania per poi bruciarli nella loro sede austriaca al fine di trasformarla in energia. Immaginate solo gli enormi costi e l’inquinamento. A oggi quello che lascia senza parole, è che la Giunta Raggi non sta dimostrando nessuna progettualità e la situazione di Roma non ci lascia affatto sereni. Almeno Ignazio Marino aveva immaginato, nella parte finale della sua Sindacatura, una situazione industriale per AMA quando in aula arrivò una proposta dell’Assessore Marco Causi che prevedeva una parziale apertura a soggetti internazionali con competenze specifiche sul tema dei rifiuti.

Situazione trasporti nella Capitale. Che situazione ci troviamo con l’ATAC in palese situazione di dissesto economico e carente gestione ordinaria?

La battuta migliore sulla situazione dell’ATAC l’ha fatta l’A.D. di Ferrovie dello Stato Mazzoncini che ha sottolineato come sia impossibile e ridicolo entrare nel suo azionariato in quanto l’azienda del trasporto pubblico romano è tecnicamente morta e impossibile da far rinascere mentre ha fatto balenare un interesse riguardo il servizio tanto da poter partecipare al prossimo bando europeo del 3 dicembre 2019 quando scadrà la data ultima dell’obbligo di mettere a bando il TPL in tutta Europa. ATAC si presenterà morta e sepolta così come si presenterà defunta Roma TPL e ci troveremo di fronte alla situazione di chiamare qualcuno che sappia gestire questo tipo di servizio com’è stato in Toscana con RATP. Da questo punto di vista, non si è stati capaci di cogliere le potenzialità del Project Financing dei francesi sulla tratta della Roma-Lido perché dobbiamo iniziare a comprendere che i trasporti, per funzionare veramente, devono essere gestiti professionalmente e non com’è successo finora con ATAC che ha 1,3 miliardi di debito consolidato e non ha alcun piano industriale di riorganizzazione così come si può ben dedurre dall’operato dell’attuale amministratore delegato dell’azienda. D’altro canto, l’attuale Giunta stessa non ha alcuna idea originale per innovare i processi industriali e proporre delle novità concernenti il servizio. Riesce ad offrire solamente dei bellissimi slogan.

Parliamo di cultura e scuole. Anche qui Roma non sembra godere di ottima salute.

La città versa in uno stato decisamente comatoso anche in questi settori. Partiamo dalla cultura. All’inizio della Giunta Marino il bando dell’Estate romana prevedeva uno stanziamento di 7 milioni complessivi, ridotti a 2 l’anno successivo mentre quest’anno, con l’amministrazione Raggi, siamo a 0,5 milioni. In mezzo a questo sbando, l’attuale Giunta a 5 Stelle bada a manifestazioni di grande risonanza come il Divo Nerone e i grandi concerti ma è lasciata a sé stessa la cultura diffusa. L’esempio del cinema Aquila è emblematico perché è di proprietà del comune e la soluzione sarebbe la messa a bando della struttura per confrontare progetti culturali diversi.

La raccolta e lo smistamento dei rifiuti è uno dei problemi più scottanti di Roma

Al contrario, i grillini hanno deciso di mantenerlo aperto con l’associazione che lo gestisce in questo momento senza alcuna assegnazione legale. Non parliamo poi del settore scuola. La situazione è drammatica e non s’è mai fatto un piano di manutenzione straordinaria mentre è ancora critica ancora la manutenzione ordinaria come, tanto per fare un banale esempio, il taglio dell’erba. All’istituto comprensivo Leonori nel cuore del popoloso quartiere di Acilia nel Municipio X, dal 1 settembre 2016 a oggi, non è mai stata tagliata l’erba da parte del Municipio e a farlo sono stati sempre e solo i genitori. Una situazione di questo tipo è quantomeno indecorosa. Aggiungo che molte scuole hanno ancora Eternit nelle loro strutture e l’antisismicità risulta assente e assolutamente non in linea con i parametri di sicurezza.

Come sta messa Roma a distanza di soli otto anni da un evento come il Giubileo del 2025?

Fornisco solo un esempio. Alcuni lavori che rientravano nei 50 milioni nel piano per il Giubileo straordinario del 2016, devono essere ancora appaltati e queste sono le parole del Capo dipartimento del SIMU, Ing. Botta. Questo accade perché manca il personale, non ci sono competenze per gestire determinati eventi e le risorse sono praticamente nulle. Con una classe dirigente priva della più completa prospettiva politica e amministrativa, come arriverà Roma al Giubileo del 2025 secondo voi?

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