Home C'era una volta Roberto Gatto, un batterista che non si limita all’accompagnamento

Roberto Gatto, un batterista che non si limita all’accompagnamento

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Il 6 ottobre 1958 nasce a Roma Roberto Gatto, ritenuto dalla critica e anche dal pubblico uno dei migliori batteristi italiani di jazz.

Gli inizi con la madre

Gatto inizia a studiare musica da giovanissimo sotto la guida della madre, Stefania Senzasono cantante lirica, e successivamente segue per due anni i corsi di corno francese al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. A sedici anni debutta come batterista con gruppi jazz della sua città. Nel 1975 suona con il Trio di Roma che schiera Danilo Rea al pianoforte ed Enzo Pietropaoli al basso. Nello stesso periodo suona anche con Marcello Rosa, con il quartetto di Tommaso Vittorini e Maurizio Giammarco, in trio con Enrico Pieranunzi e Bruno Tommaso e con la formazione di Oscar Valdambrini e Dino Piana.

Il collettivo e la batteria

La sua capacità di inserirsi efficacemente nel collettivo pur non relegando il suo strumento alla mera funzione di accompagnamento lo portano ben presto a suonare accanto a musicisti stranieri di passaggio in Italia. Per qualche tempo allarga i suoi interessi anche fuori del jazz suonando con molti artisti, tra i quali Mina, Mietta, Lucio Dalla, Pino Daniele, Ornella Vanoni, Gino Paoli, Ivano Fossati, Riccardo Cocciante, Sergio Caputo, Teresa De Sio, Gilberto Gil, Riz Ortolani ed Ennio Morricone. Il suo principale impegno resta però in ambito più strettamente jazzistico dove suona con moltissimi strumentisti di valore quali Luca Flores, George Coleman, Enrico Pieranunzi, Lanfranco Malaguti, Chet Baker, John Scofield, John Abercrombie, Billy Cobham, Richard Galliano, Joe Zawinul, Pat Metheny e Michael Brecker, solo per citarne alcuni.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".