Il 10 febbraio 1939 ad Ashville, nel North Carolina, nasce Roberta Flack una grande voce che dopo una lunga carriera come pianista e cantante ottiene il primo contratto discografico con la Atlantic Records solo nel 1969, a trent’anni.
Un talento precoce
Roberta nasce in una famiglia di musicisti. La madre suona l’organo in chiesa, il padre e il fratello suonano il pianoforte in vari gruppi jazz. Lei studia musica fin da bambina. La sua predisposizione è eccezionale e nel 1950, a soli tredici anni, affronta una sonata di Scarlatti piazzandosi al secondo posto in una gara per giovani talenti. A quindici anni si diploma ad Harvard. Dopo aver lavorato per qualche tempo come insegnante decide di dedicarsi professionalmente alla musica accompagnando i cantanti d’opera nel famoso “Tivoli” di Georgetown. Nel 1967 viene scritturata per suonare al Mr. Henry Pub di Washington e un paio d’anni dopo finalmente ottiene il suo primo contratto discografico. Nel 1972 il successo del singolo The first time ever I saw your face fa conoscere al grande pubblico la sua voce e le sue qualità artistiche. La conferma del suo successo arriva l’anno dopo con Killing me softly. In quel periodo forma anche una coppia di successo con il cantante e pianista Donny Hataway.
Successi e drammi
Una lunga serie di successi e di drammi come il suicidio del suo partner Donny Hathaway accompagnano la sua vita artistica destinata a interrompersi definitivamente quando l’artista contrae una malattia tremenda come la sclerosi laterale amiotrofica, (SLA.) Nella sua carriera Roberta Flack vive la gioia del successo e l’amarezza dell’anonimato. Per lunghi periodi incanta il pubblico, ma non riesce a capitalizzare e a rendere duraturi nel tempo i momenti felici della sua carriera. Il suo nome appare oggi defilato rispetto alle grandi protagoniste di una stagione emozionante. Passionale, elegante, sofisticata pur trattando spessi temi sociali, vicina al mondo di Odetta, Pete Seeger, Joan Baez, la Flack incarna il ruolo della “signora del soul”, una interprete raffinata che però non chiude gli occhi sul mondo in trasformazione di quell’epoca. Nel suo repertorio ha sempre incluso canzoni di stili diversi, da Dylan a Gilbert Bécaud.