Home C'era una volta Robert Nighthawk, uno dei migliori esponenti del blues di Chicago.

Robert Nighthawk, uno dei migliori esponenti del blues di Chicago.

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Il 5 novembre 1967 muore il bluesman Robert Nighthawk, registrato all’anagrafe con il nome di Robert MacCollum. La morte lo coglie a Helena, in Arkansas, la cittadina dove è nato il 30 novembre 1909.

Robert Lee MacCoy

Dopo aver imparato a suonare la chitarra con Houston Stackhouse, inizia a esibirsi come musicista itinerante negli stati del Missouri, Arkansas, Tennessee. Il suo nome d’arte in quel periodo è Robert Lee MacCoy e prende in prestito il cognome della madre. Durante uno di questi viaggi fa amicizia con John Lee Sonny Boy Williamson che nel 1937 lo convince ad andare a Chicago a registrare alcuni brani per la Bluebird. Proprio nella città del vento Robert ottiene i risultati migliori. Il suo primo disco, che resta anche il suo più grande successo è Prowling Nighthawk un brano che gli regala il soprannome destinato a restargli appiccicato per tutta la vita.

Una voce sobria ma espressiva

Dotato di una voce sobria ma nello stesso tempo espressiva, fra il 1937 e il 1941 partecipa ad alcune sedute di incisione registrando brani molto significativi tra cui Friar’s point blues. Subito dopo la seconda guerra mondiale, ancora a Chicago, registra una serie di pezzi per la Chess tra i quali figura anche The moon is rising. Restò a Chicago fino al 1953 e poi torna nel sud dove partecipa anche ad alcuni programmi radiofonici. Nel 1964, sull’onda del blues revival ritorna a Chicago ma non riuscendo più a trovare il giusto spazio fino alla morte che arriva per una crisi cardiaca. Bluesman di valore, è uno dei migliori esponenti del blues di Chicago.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".