E’ stato scoperto dopo ben 500mila anni. Si tratta di un fossile di pesce palla.  La scoperta, fatta in Cina, si deve al gruppo di Thomas Harvey dell’università britannica di Leicester che ha pubblicato il risultato sulla rivista Scientific Reports.

Il pesce palla ha 500mila anni

Il fossile di pesce palla ha una corazza di spine esterne che servivano a difendersi e proprio questa scoperta contribuirà a fare luce sulla vita negli oceani preistorici. Il fossile è lungo nove centimetri e somiglia ad un nido d’uccello schiacciato anche perché la fossilizzazione ha questa conseguenza.

Scoperto nel Sud della Cina, il fossile si chiama Nidelric pugio

Il fossile di pesce palla è stato scoperto nel Sud della Cina, ed è stato chiamato Nidelric pugio. Appartiene al gruppo dei Chancelloriidae, una famiglia di pesci a forma proprio di palloncino con uno scheletro esterno di spine con cui questi animali si difendevano dai predatori.

”Lo scheletro completo del pesce palla – ha osservato Tom Hearing dell’università di Oxford – potrebbe davvero dirci come si comportava l’animale: come interagiva, per esempio,  con gli altri animali e come si proteggeva dai predatori”.

L’area del ritrovamento è ricchissima di fossili marini: le rocce sono veri e propri scrigni per i paleontologi. Molti dei fossili ritrovati hanno parti molli ben conservate, compresi occhi, fegato e cervello. Un vero tesoro per la ricerca.

Attualmente ben 185 specie di pesci palla

I pesci palla d’acqua dolce e salata sono una specie di pesci osseri appartenenti alla famiglia Tetraodontidae che comprende ben 185 specie. I pesci palla sono diffusi nella maggior parte delle acque tropicali del globo. Alcune specie – suggerisce Wikipedia – vivono anche in acque dolci. Il nome Tetraodontidae deriva dalla lingua greca con il significato di “quattro denti”. Proprio per la rigidità del corpo il pesce palla non è considerato un gran nuotatore e soprattutto, grazie a particolari sistemi di difesa, non viene quasi mai attaccato dai predatori. Si tratta di sistemi di difesa molto particolari: per esempio riesce ad inglutire una gran quantità d’acqua e aumentando le proporzioni risulta difficilmente digeribile anche da predatori di grosse dimensioni.  Inoltre il suo veleno è potentissimo. Si tratta della tetradotossina, una neurotossina che è in grado di inibire la funzione respiratoria portando chi lo attacca alla morte certa.