Sui rifiuti si sta compiendo un altro primo importante passo. Stanno per venire approvate dal Parlamento Ue le proposte per una nuova economia circolare che prevede modifiche alle norme sui rifiuti, sulle discariche e sui rifiuti organici.
Rifiuti, nuove norme UE per il riciclo
Nei testi, già in parte approvati, si prevede che il riciclo dei rifiuti urbani dovrebbe raggiungere il 70% al 2030 (invece del 65%) e che la percentuale di rifiuti smaltita in discarica deve ridursi al 5% (la Commissione proponeva il 10%).
Rifiuti, Legambiente: “Un passo importante”
Per Rossella Muroni, presidente di Legambiente, si tratta di una prima importante riforma della politica europea dei rifiuti “in grado di trasformare l’emergenza rifiuti in una grande opportunità economica e occupazionale”. In Italia, sottolinea in una nota di stampa, “possono essere creati almeno 190 mila nuovi posti di lavoro grazie allo sviluppo dell’economia circolare, al netto dei posti persi a causa del superamento dell’attuale sistema produttivo”.
Rifiuti, grazie a nuova riforma 850mila posti di lavoro in più
Il rapporto sull’economia circolare, sottolinea ancora Legambiente in una nota, “migliora la proposta del 2015 fatta dalla Commissione europea, per quanto riguarda i target di riciclaggio al 2030 innalzati al 70% per i rifiuti solidi urbani e all’80% per gli imballaggi”.
Se questi obiettivi venissero raggiunti, secondo la stessa Commissione europea, si potrebbero creare 850mila posti di lavoro entro il 2030, con un risparmio, inoltre, di oltre 72 miliardi di euro annui per le imprese proprio grazie ad un uso più rigoroso delle risorse e ad una riduzione delle importazioni di materie prima. Non solo i nuovi posti di lavoro potrebbero arrivare persino a 867mila, sottolinea ancora Legambietne, se all’obiettivo del 70% di riciclaggio si accompagnassero altre misure per il riuso nei settori dell’arredamento e del tessile.
Proprio la giusta gestione dei rifiuti, grazie al riciclaggio, alla rigenerazione e alla prevenzione potrebbero generare risparmi per le imprese pari all’8% del fatturato annuo, riducendo inoltre l’emissione di gas serra, nocivi per la salute, di oltre il 2-4%.
Fino ad ora, finiscono in discarica oltre il 50% dei rifiuti prodotti, generando un meccanismo di spreco e di risorse oltretutto distrutte a caro prezzo con una forte penalizzazione per la competitività delle imprese. Ma adottare politiche di sviluppo sostenibile potrebbe, al contrario, non solo premiare le imprese ed il lavoro ma anche tutelare con maggior consapevolezza la salute dei cittadini.