Il 31 dicembre 1985, un aereo in volo dall’Alabama al Texas precipita nei pressi della cittadina di Guntersville. Tra le vittime ci sono Ricky Nelson, uno degli idoli dei teenagers nella seconda metà degli anni Cinquanta, la sua compagna Helen Blair, il tecnico del suono Clark Russell e i quattro componenti del suo gruppo, Bobby Neal, Patrick Woodward, Rick Intveld e Andy Chapin.
Il figlio del jazzista Ozzie Nelson
Figlio del jazzista Ozzie Nelson, Ricky, all’anagrafe Eric Hilliard Nelson, nasce a Teaneck nel New Jersey, nel 1940. A soli nove anni debutta alla radio e a dodici interpreta se stesso in un serial televisivo. Nel 1956 pubblica il suo primo disco, una versione di I’m walking di Fats Domino che vende oltre un milione di copie. Il vero successo arriva però l’anno dopo quando il produttore Lew Chudd lo convince ad abbandonare l’immagine dell’adolescente romantico e a mettere in mostra una grinta maggiore, in sintonia con i protagonisti del nascente rock and roll. L’operazione riesce e in breve il giovane Ricky diventa l’idolo delle ragazzine statunitensi con brani come “Be-bop baby”, Waiting in school e Poor little fool. Anche Hollywood si accorge di lui e gli affida la parte di Colorado nel film “Un dollaro d’onore” di Howard Hawks, il primo di una lunga serie.
Da Ricky a Rick
All’inizio degli anni Sessanta per scrollarsi di dosso l’immagine dell’eterno adolescente toglie il diminutivo al suo nome e diventa Rick Nelson. Nonostante il successo di Travelin’ man, nel 1961, il suo momento d’oro sembra però finito. Per qualche anno si rassegna a un ruolo di secondo piano e sbarca il lunario cantando nei night club, ma, inaspettatamente, nel 1969, torna alla ribalta come interprete di country rock alla testa della Stone Canyon Band, un gruppo che comprende anche il futuro Eagles Randy Meisner e l’ex Bockaroos Tom Brumley. Ritrova il successo con una intelligente e gradevole versione di She belongs to me di Bob Dylan, ma non dura. Nel 1972 l’avventura con la Stone Canyon Band finisce e Nelson si ritrova, con sempre minor convinzione, a ripetere sé stesso all’infinito. Cinque anni dopo la sua morte, nel 1990, i suoi figli Gunnar e Matthew, inizieranno a ripercorrerne le orme formando la band dei Nelson.