Home C'era una volta Richie Kamuca se ne va alla vigilia del compleanno

Richie Kamuca se ne va alla vigilia del compleanno

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Il 22 luglio 1977 alla vigilia del suo quarantasettesimo compleanno muore a Los Angeles, in California, il sassofonista Richie Kamuca

Un talento precoce

Registrato all’anagrafe con il nome di Richard Kamuca nasce a Philadelphia, in Pennsylvania, il 23 luglio 1930. È un talento precoce tanto che a soli vent’anni viene scritturato da Stan Kenton con il quale resta fino al 1953 in una delle più belle formazioni della sua orchestra che schiera musicisti come Conte Candoli, Maynard Ferguson, Frank Rosolino, Bill Russo, Lee Konitz, Bill Holman, Bob Gioga, Sal Salvador o Stan Levey. Dal 1954 al 1955 va con la band di Woody Herman dando vita, insieme a Bill Perkins, Arno Marsh e Phil Urso, a una sezione sax di notevole valore. Nel 1957 suona nelle formazioni di Chet Baker e di Maynard Ferguson e, sul finire dell’anno, come gran parte dei musicisti di Kenton e di Herman, entra nei Lighthouse All Stars di Howard Rumsey. La collaborazione con Rumsey prosegue anche nel 1958 e successivamente Kamuca suona nelle formazioni di Shorty Rogers e di Shelly Manne.

Un sax per le big band

Nel 1962 lascia la California e si trasferisce a New York dove viene ingaggiato da Gerry Mulligan per una big band che, tra alterne vicende, rimane in vita quasi quattro anni. Successivamente viene scritturato da Gary McFarland e poi forma un quintetto a suo nome che dirige insieme a Roy Eldridge pur senza mai cessare le collaborazioni, soprattutto in studio di registrazione, con Kenton, Lee Konitz, con Zoot Sims, Al Cohn e Jimmy Rushing. Nel 1972 torna a Los Angeles e ricomincia a lavorare nei circoli jazzistici della zona entrando anche a far parte della big band del trombettista Bill Berry senza rinunciare però a qualche esperienza in proprio. A partire dal 1975 la sua attività diminuisce progressivamente per i problemi creati da un tumore che lo porta alla morte.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".