Il 23 novembre 1950 nasce il sassofonista Richard Raux, emblematico protagonista del jazz europeo.
Dalla batteria al sax
Creolo, Richard passa l’infanzia nel Madagascar, un luogo dove la musica si abbevera alle tradizioni africane, indiane e cinesi. Questa ricchezza sonora dominata dal ritmo influenzerà tutta la sua ispirazione come e più dei dischi di Parker e di Coltrane. A tredici anni è il batterista della migliore orchestra malgascia di jazz, diretta da Jeannot Rabéson, ma il suo sogno è quello di imparare a suonare il sassofono. Si mette di impegno e ce la fa. Frequenta per due anni i corsi di sassofono e composizione al conservatorio e alla fine degli anni Sessanta è a Parigi dove si esibisce in un trio al Gill’s Club e successivamente suona nei Magma, la formazione di Christian Vander.
Il peccato originale del jazz
Non rinuncia neppure a qualche esperienza in proprio come gli Stuff, una band di cui fanno parte, oltre a Vander, Paco Charleri e Claude Engel. Entrerà poi nel progetto Faarmadin poi negli Hamsa e poi in tanti altri progetti che si muoveranno verso il suo obiettivo: liberare la musica jazz dal peccato originale dell’influenza statunitense. Negli anni Settanta così spiega i suoi progetti: «Vorrei dare al pubblico l’equivalente della soul music, ma nel senso più universale, non solo ristretta all’anima nera americana». Nel suo sogno musicale c’è spazio per l’Africa e l’oriente, soprattutto per le suggestioni della musica indiana che si sforza di rendere comprensibili al grande pubblico. Ecco perché ama Shepp ma esprime riserve sul free jazz, il cui tempo irregolare non lo convince affatto.