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Referendum in Grecia, un terremoto per l’Europa

Si aprono degli “scenari inediti” sottolinea il Presidente della Repubblica. Dopo il trionfo del No in Grecia l’Europa si è svegliata confusa più che mai. Quel che è certo è che il referendum greco impone, ora, una seria riflessione su quale modello d’Europa si vuole: se quello economico o quello politico.

Il referendum greco ha scosso l’Europa

Il referendum greco è stato, senza dubbio, una bocciatura sonora dell’ex Troika. Un terremoto che non si è ancora arrestato e che ha scosso tutta l’Unione in particolare a Berlino dove Merkel che ha già incontrato Holland non ha mancato di commentare: “Tsipras ha messo la Grecia al muro”.

Tsipras è il vero vincitore di questa battaglia che ha già tutti i sapori di una guerra. Varoufakis, a sorpresa, si è dimesso. Dimissioni di cui non si conosce ancora la vera motivazione. E si attendono ancora le decisioni della Bce che dovrebbe rimmettere la liquidità alle banche greche. Decisione che non è tanto economica ma politica. Decidere di non farlo vorrebbe dire lasciare la Grecia al proprio destino. Ma di questo si discuterà proprio in questi giorni.

Si aprono scenari inediti sul prossimo futuro

“Abbiamo dimostrato che la democrazia non può essere ricattata – ha esultato Tsipras al termine di una giornata considerata già storica da molti greci -. Il ‘No’ non è una rottura con l’Unione Europea. I greci hanno fatto una scelta coraggiosa, che cambierà il dibattito in Europa”. Ma la principale preoccupazione dei connazionali sono: i conti in banca.

“La Grecia andrà al tavolo negoziale con l’obiettivo di riportare alla normalità il sistema delle banche – ha incalzato -. E il problema del debito greco sarà sul tavolo negoziale dopo la pubblicazione del rapporto dell’Fmi”. Era andato all’attacco anche l’altro protagonista della battaglia referendaria, Yanis Varoufakis, che ha parlato di “coraggioso No all’austerità. Da oggi le ferite dell’Europa e della Grecia iniziano a guarire”.

Varoufakis, a sorpresa, si è dimesso

Certamente la proposta dei creditori è stata bocciata dal popolo greco. Dopo la festa, ora, si tenta di capire quel che davvero accadrà. Se la Bce dovesse decidere di non dare altra liquidità alle banche greche questo significherebbe un’uscita sicura della Grecia dall’euro con tutte le conseguenze ancora imprevedibili sulla stessa economia del Paese.

Per Atene c’è già l’emergenza da affrontare: le banche, come detto, resteranno a secco già da domani.

Ora si apre una confusa trattativa anche perché è la prima volta, dalla nascita dell’Europa, che si verifica una situazione del genere. L’obiettivo è: evitare una Grexit, ma, come sottolineano alcuni premi Nobel, se si arrivasse a questo non sarebbe la Grecia ad uscire dall’euro ma “i greci dalla Grecia”.

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