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Reagan contro i Beach Boys

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Il 6 aprile 1983 la principale emittente radiofonica di Washington è subissata da telefonate che invitano l’amministrazione Reagan ad andare… a quel paese. Un’intera generazione sembra scuotersi dall’ovattato torpore dell’era reaganiana e si mobilita contro «l’ottusa e reazionaria concezione della cultura di un’intera classe dirigente».

Il rock corrompe gli ideali del paese

Che cosa è successo? Il giorno prima James Watt, Segretario agli Interni del governo statunitense, rispondendo ad alcune domande dei giornalisti sul rapporto tra cultura e mondo giovanile, si è lasciato andare a giudizi pesanti nei confronti del rock, visto come una sorta di corruttore degli ideali sui quali si fonda la civile convivenza negli Stati Uniti. Accortosi di essersi spinto troppo in là, ha poi modificato il giudizio sostenendo di non voler mettere sotto accusa un genere musicale, ma soltanto alcuni esponenti rei, a suo parere, di catalizzare “vibrazioni negative”. Ha quindi candidamente annunciato che alcune rock band «come i Beach Boys e i Grass Roots» dovranno essere escluse dal programma dell’annuale celebrazione a Washington del 4 luglio, festa dell’Indipendenza degli Stati Uniti perché hanno la caratteristica di «attirare ai loro concerti i peggiori elementi della società». Diffuse dalle agenzie le dichiarazioni di Watt fanno il giro del paese e suscitano reazioni indignate.

Il 4 luglio abbiamo un impegno

Le dichiarazioni delle sue band interessate sono laconiche. I Beach Boys le giudicano «incredibili», mentre Rob Grill dei Grass Roots dichiara di essere stato «gravemente offeso». Meno diplomatiche le risposte delle riviste specializzate e del pubblico che parlano di “nuovo maccartismo”. Travolta dall’ondata di sdegno, l’amministrazione Reagan cerca di correre ai ripari. Il Vice Presidente George Bush e Nancy, la moglie del presidente, si affrettano a dichiarare alla stampa che loro sono «ammiratori dei Beach Boys» e che si sentono «irritati» per le dichiarazioni di Watt. Il giorno dopo, 7 aprile, scenderà in campo addirittura il presidente Reagan in persona invitando i Beach Boys a suonare a Washington in occasione dei festeggiamenti per il 4 luglio. Prima ancora che l’invito ufficiale venga inviato formalmente, la band fa sapere di avere già un impegno per quel giorno. La mobilitazione non finisce qui. Il 4 luglio i Beach Boys festeggeranno a modo loro la festa dell’indipendenza con un concerto contro l’oscurantismo culturale ad Atlantic City di fronte a oltre duecentomila persone.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".