Il 20 aprile 1935 a Springfield, nel Massachussets, nasce il pianista e compositore Ran Blake, un personaggio particolare della scena musicale internazionale

In fuga dai Colonnelli

Fin da bambino, a Springfield e poi a Suffield, dove la famiglia si trasferisce, Ran Blake ascolta attentamente la musica gospel e la musica moderna, in particolare Stravinskji e Bartók- Questo tipo di ascolti è destinato a influenzare la sua formazione musicale.  Più tardi incontra il jazz e prende lezioni di pianoforte. Nel 1956, trasferitosi ad Hartford, nel Connecticut, studia jazz al Bard College, dove conosce la cantante Jeanne Lee, e in seguito, per quattro anni, alla scuola di Lenox. Nello stesso periodo suona con Ralph Ellison e LeRoi Jones. Nel 1957 formato un duo con Jeanne Lee che si muove nel campo dell’improvvisazione totale. Il duo si scioglie dopo una tournée in Europa nel 1963. Nel 1964 Ran suona con Edythe Dimond e con Barbara Belgrave. Nel 1967, mentre è in Grecia per suonare con Jani Christian, vive in prima persona i giorni del tragico colpo di stato. Riesce a fuggire e a riparare a Roma dove suona in un concerto per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla dittatura dei colonnelli in Grecia.

Un interprete particolare

Tornato in America si stabilisce a Boston, dove ricopre vari ruoli nel conservatorio del New England, da insegnante a direttore musicale, a direttore di produzione, divenendo nel 1973 presidente della sezione dedicata alla “musica della terza corrente” (Third Stream Department). In quel periodo suona in un gruppo a suo nome che comprende la cantante Eleni Odoni, il sassofonista Ricky Ford, il violoncellista Leon Maleson e il flautista Stan Strickland. Nel 1975 viene invitato dal pianista Michael Smith a partecipare a una tournée europea con Paul Bley, Andrew Hill e lo stesso Smith. Da quel momento si esibisce soprattutto in Europa, dove ha maggiori possibilità di dare concerti e incidere dischi. Blake si considera un interprete della “terza corrente”, intendendo con questo termine qualcosa di diverso da ciò che intendevano John Lewis e Gunther Schuller. Egli non si lega soltanto alla classica o al jazz ma allarga infatti la sua definizione a qualsiasi fusione di culture musicali differenti. A chi gli chiede quali siano i suoi riferimenti risponde citando tre musicisti come Charles Ives, Billie Holiday e Thelonious Monk, mentre la sua passione per il cinema gli fa descrivere i propri brani come colonne sonore di ipotetiche pellicole che scorrono nella sua testa durante le esibizioni.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".