Già prima di Cristo, il rafano veniva coltivato nell’antico Egitto e nell’Asia anteriore. Nell’antichità a quest’ultima radice è stata attribuita un’importanza considerevole, tanto che Ovidio, per ottenere filtri erotici vegetali, consigliava tra gli altri l’uso del rafano. Nel “kamasutra“, libro erotico di fama mondiale, il rafano è consigliato in una ricetta afrodisiaca insieme al miele ed al latte (Kordel 1974). Per il sapore piccante il rafano venne classificato caldo da tutti i medici antichi, ma la sua fama di corroborante sessuale era sopratutto legata all’aspetto vagamente fallico. La radice, anche per il suo potere urticante, era utilizzata per punire gli adulteri nella “raphanidosis”, sorta di sodomizzazione.
Nel Medioevo, la barbaforte era un ingrediente comune nelle farmacie dei conventi, dove frati erboristi preparavano con essa medicamenti di ogni tipo, forse anche perché il suo sapore e l’aroma piccante davano a qualsiasi pozione preparata una forza che poteva sottintendere qualcosa di magico, se non addirittura di diabolico.
Il cren è una pianta che appartiene alla famiglia delle Brassicacee (cruciferae) si può trovare in natura anche con altri nomi quali Rafano rusticano e Armoracia. A seconda della regione in cui si trova, assume nomi diversi: per esempio in Liguria si chiama Ravanasso, Ravanet in in Piemonte, Crein in Emilia, Barbaforte ed Erba da sgorbuto in Toscana, Pizzicalingua in Umbria, ed Armurata in Sardegna.
È una pianta erbacea, vivace, glabra con una grossa radice carnosa a fittone e riesce ad arrivare a un metro di altezza.
La radice, che è la droga della pianta, si raccoglie da piante di almeno un anno di età, nei mesi di agosto-settembre, quando la pianta entra in riposo; si conserva essiccandola al sole e poi mettendola recipienti di vetro.
Il cren già anticamente aveva proprietà di stimolare la digestione. Il suo uso interno, sia alimentare che erboristico, va fatta con molta moderazione poiché ad alte dose può dare disturbi di stomaco e di intestino.
Per uso esterno il cren ha la proprietà di stimolare l’afflusso di sangue nelle zone trattate e si rivela utile nei dolori reumatici nella sciatica nelle contusioni.
I CONSIGLI DEL FARMACISTA
PER USO INTERNO
Usare la radice fresca per stimolare digestione diuresi: fare un decotto un grammo in 100 ml di acqua, prendere uno o due cucchiaini dopo i pasti
PER USO ESTRNO Usare la radice fresca per curare i reumatismi, sciatica e concussioni facendo una polpa: applicare una garza sulle parti interessate per almeno 15 minuti
Attenzione: verificate sempre la sensibilità individuale sia per le preparazioni che devono essere ingerite sia per quelle che vanno applicate sulla pelle