Home C'era una volta Quando le CocoRosie vennero in Italia con Devendra Banhart

Quando le CocoRosie vennero in Italia con Devendra Banhart

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Il 6 ottobre 2004 inizia in Italia quello che negli ambienti dell’indie rock è considerato un po’ il tour dell’anno: l’accoppiata tra la genialità stralunata di Devendra Banhart e i giochi sonori sottili e metafisici delle sorelle Casady, in arte CocoRosie.

Un caso discografico

La notizia non è tanto il fatto che arrivino in Italia visto che sia Banhart che le CocoRosie hanno già fatto più di una capatina nella penisola, ma l’idea di accoppiarli, di farli salire uno dopo le altre sullo stesso palco in un momento felice della loro carriera. La critica di quel periodo considera, senza aggettivi o filtri di moderazione, “un genio” Devendra Banhart, una sorta di meticciato naturale in cui si incrociano Venezuela, India e Stati Uniti. Alchimista dei sentimenti sta regalando al mondo emozioni fortissime che affondano le loro radici nelle atmosfere degli anni Settanta e nei colori di un mondo che non esiste più se non nei sogni e nella nostalgia. I suoi tempi non sono quelli del marketing. La strada su cui si muove è quella dei grandi cantautori americani, fatta di canzoni leggere in cui basta il suono della chitarra acustica per ritrovarsi nella scena finale di “Zabriskie Point”. Sembra non curarsi dell’essere diventato un caso discografico. In ogni situazione il suo atteggiamento è quello di chi si è trovato per caso in un posto lontanissimo da quello in cui avrebbe voluto essere. Dal vivo queste caratteristiche vengono amplificate dal personaggio. È come se Tom Waits al posto di pestare i tasti nei bar fumosi, avesse imbracciato la chitarra e si fosse lasciato conquistare dalle comuni hippie.

Una brava e una cattiva ragazza

A complicare e rendere più stuzzicante il tour che sta per partire c’è, poi, il duo femminile delle Coco Rosie, formato da Sierra e Bianca Casady, due sorelle americane cittadine del mondo, una “brava” e una “cattiva” ragazza legate da un intricato rapporto artistico più solido della comunione di sangue. Sierra, la brava ragazza senza grilli per la testa, ha nel suo bagaglio esperienze gospel e lunghi studi da cantante lirica. Bianca, invece, è irrequieta fin da bambina. Si fa affascinare dalla politica, dai tatuaggi, dalle pulsioni sociali e per lungo tempo vive sgolandosi a un angolo di strada con un cappello rivolto ai passanti. La vita finisce per riunirle lontane da casa in un appartamento parigino nel 18° distretto dove decidono di dare vita alle CocoRosie e pubblicano La maison de mon rêve, un album secondo loro ispirato «…alle finestre appannate, agli infiniti giorni di pioggia, al constante sibilo del bollitore e al suono lontano di un’ambulanza».

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".