Il 24 febbraio 1968 le università italiane occupate sono ventisette, un numero impressionante in un paese nel quale le mobilitazioni degli studenti non hanno mai raggiunto livelli così alti.
Un insegnamento vecchio e classista
L’ondata di nuove occupazioni è iniziata il 10 gennaio 1968 a Torino, quando gli studenti hanno invaso Palazzo Campana, sede delle facoltà umanistiche del capoluogo piemontese per protestare contro un insegnamento considerato vecchio e classista. Il 1° marzo a Valle Giulia gli studenti di architettura di Roma impegnano la polizia in durissimi scontri con centinaia di feriti da entrambe le parti. All’episodio il cantautore Paolo Pietrangeli dedicherà il brano Valle Giulia.
L’assalti, feriti e arresti
Il 16 marzo, sempre a Roma un gruppo di neofascisti assalta l’Università occupata e viene respinto con grande fatica. Il bilancio degli scontri è di un centinaio di feriti. Il 26 marzo anche a Milano gli studenti si scontrano con la polizia: una settantina i feriti e cinquantuno gli arrestati, tra cui Mario Capanna, uno dei leader della rivolta studentesca. Nel capoluogo lombardo il 24 maggio scatta l’occupazione dell’università Cattolica e il 29 quella della Statale.