Le sfide dell’agricoltura, al giorno d’oggi sono molteplici: fornire sussistenza a una popolazione in continua crescita, rispettare l’ambiente e consumare meno risorse possibili. La classica agricoltura di tipo intensivo, spesso esaurisce quelle del terreno e soprattutto impiega prodotti chimici che possono nuocere all’ambiente e, talvolta, persino al consumatore. Lotta biologica e integrata sono le due soluzioni possibili.
La lotta biologica: 100% naturale
Se si visita il sito farmagricolaweb.com è possibile trovare molteplici prodotti che sono perfetti per le coltivazioni biologiche. Nella lotta biologica, infatti, concimi e fitofarmaci sono concessi purché rigorosamente naturali.
Il principio di base è quello di utilizzare insetti e sostanze antagonisti di quelli dannosi, così come concimi a base organica: humus, letame di animali da allevamento o compost. Non solo, al fine di consentire al terreno di reintegrare e rinnovare le proprietà microbiologiche, nel biologico si pratica una rotazione delle colture, alternandole costantemente.
A differenza delle coltivazioni intensive dove al terreno si sottraggono sempre gli stessi nutrienti e i parassiti infestanti possono facilmente attecchire, modificando le colture si crea un terreno dinamico che si auto-rigenera praticamente da sé.
A tale scopo, si usano anche le cosiddette piante da sovescio, che forniscono nutrimento. Ne sono esempi le leguminose e l’erba medica. Infine, la lotta biologica prevede in aggiunta l’uso della pacciamatura, ovvero la copertura del suolo così da preservarlo da erosione, freddo o calore intensi ed erbe infestanti.
La lotta integrata: un buon compromesso
La differenza tra lotta biologica e integrata è principalmente nel fatto che quest’ultima contempla in parte l’impiego di prodotti chimici. Le regolamentazioni che riguardano l’integrata prevedono comunque l’utilizzo di fitosanitari ed elementi naturali quanto più possibile, così da ridurre l’impatto ambientale.
Per il coltivatore, dunque, il fitosanitario o il prodotto a base chimica devono rappresentare la classica ultima spiaggia se metodologie più green non funzionano. Grazie a linee guida specifiche e ben strutturate, l’integrata è la via di mezzo che permette di salvaguardare l’ambiente, la salute dei consumatori ma anche l’economia dei produttori.
Infatti, può capitare che il raccolto sia a rischio e che i metodi naturali non si rivelino sufficienti. In tal senso, il supporto controllato di prodotti che contengono elementi chimici diventa l’unica strada percorribile per non incorrere nella perdita di denaro e frutti della terra.
Chi vince in questa lotta?
Come visto, si tratta di due metodologie che si rivelano valide ognuna a suo modo. In questi anni in cui si parla sempre più spesso di Green Deal e scelte ecologiche, sia la lotta biologica che quella integrata possono essere valide alleate.
In un mondo ideale, l’uso di insetti antagonisti e di risorse offerte esclusivamente dalla natura come avviene nel biologico sarebbe certamente auspicabile, ma ciò mal si concilia con le esigenze e la domanda del mercato nostrano e mondiale.
Come previsto dal PAN (Piano Agricolo Nazionale) la lotta integrata è già obbligatoria, per chi non fa biologico, e prevede il rispetto del DPI (Disciplinare di Produzione Integrata) regionale.