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StregArti, a Benevento il Premio Arco di Traiano

Una prima rassegna delle Arti ed un Museo SAMAC, dedicato alla magia delle donne a Benevento, palazzo Paolo V. Pittura, grafica, fotografia, scultura, fineart, digital-art, installazioni, ma anche street-art e tatuaggio artistico – fino a domenica 11 febbraio 2018. (In foto Arco di Traiano a Benevento 117 d. C).

L’Arte, come tutti i linguaggi, ha sempre cercato di rappresentare l’indicibile, il mistero, inserendolo di fatto in una catena di significanti visivi, cercando di esorcizzare l’immaginario quindi, soprattutto riguardo l’ambiguità del rapporto uomo/donna nella gestione del potere, nella seduzione o nel potere diabolico del possesso. In una società fortemente condizionata dalle immagini, come la nostra, attualmente le arti svolgono, o potrebbero svolgere, una funzione simbolizzante, di mediazione tra opposti significati, riappacificante tra le pulsioni, in fondo una funzione terapeutica di sublimazione degli istinti e dei problemi ancora irrisolti o dei quali non possediamo ancora le coordinate. La violenza sulle donne in particolare, sembra essersi ripresentata oggi in altra forma, purtroppo più virulenta che mai, anche dopo la seconda ondata del femminismo degli anni ’70 dove le streghe erano tornate, ma a riportare attenzione alla secolare cultura femminile, alla riscoperta del corpo, al mito ed alle cure dolci.

La modella Melinda, tatuata dall’artista Marco Manzo e lo storico dell’Arte Giorgio Di Genova, presidente della Giuria. Dietro il busto in alluminio inciso sempre dallo stesso artista

Nelle nostre città, sempre più malate di anomia, dove il soggetto ipermoderno appare senza centro, dominato dalla spinta compulsiva ad un godimento solitario (narcisistico o cinico) si tende ad escludere lo scambio simbolico con l’Altro che spesso si risolve in odio. Come ha scritto Franco Ferrarotti nella prefazione di un mio libro in corso di stampa – Viviamo in un mondo sempre più urbanizzato e, anzi, ormai post-urbano, caratterizzato non più dalle storiche città mono-centriche, cresciute intorno all’agorà o al forum, bensì dalle città agglutinanti, come mi sembra legittimo definirle, cresciute a fungaia, quartiere dopo quartiere, senza mai chiamare in causa la «forma» complessiva della città, tanto da dar corpo alla mortale sequenza, a suo tempo intravista da Lewis Mumford, di pòlis-metropoli-megalopoli-necropoli.-

L’intento degli organizzatori di questa mostra quindi è stato quello di operare una selezione di artisti che evochino oggi la magia positiva della spiritualità perduta e soprattutto riprendano contatto con le antiche energie del Genius Loci, nonché della magia creativa della donna che, qui a Benevento, era chiamata janara, una denominazione riferita soprattutto alla tradizione del mondo agreste e contadino, un mondo perduto, sia per la persecuzione del mondo pagano da parte della nuova religione, sia per la successiva e lenta distruzione dell’agricoltura stessa e del mondo agreste in epoche non troppo lontane.

Valter Sambucini – Danza alla Luna – Foto scattata durante le celebrazioni di Halloween a Borgo a Mozzano (Lucca) – dalla serie “ombre e fumetti – fotografare il confine tra storie e memorie”reshade.com

Come si legge nel manifesto introduttivo degli organizzatori, è stato scelto proprio il 6 gennaio come data per l’inaugurazione di questa interessante mostra, mentre la parola janara sembra essere derivata dalla stessa dea Diana, associata al culto della Luna.

Preme sottolineare che, nel novero delle arti classiche come pittura, scultura e grafica, sono state comprese anche le nuove dimensioni artistiche quali fineart, digital-art, installazioni, ma anche le attuali in rapida ascesa quali street-art e tatuaggio artistico, con il quale dell’artista Marco Manzo ha composto la sua opera sulla pelle della modella Melinda, ma anche sopra un busto in alluminio, inciso con motivi ornamentali secondo il suo stile. https://www.dailygreen.it/arte-contemporanea-al-maca-acri/

Lo storico dell’Arte, Giorgio Di Genova, che lo ha presentato, ha riferito nel suo testo critico della rappresentazione di Lilith, tatuata da Marco Manzo – La donna indipendente e ribelle è stata considerata come essere negativo sin dai primordi. Non a caso nella mitologia ebraica la prima donna di Adamo non fu Eva, era stata preceduta da Lilith, creata da Jahvé con polvere e fango, come Adamo. Ma, essendo il popolo ebraico patriarcale, Lilith era stata creata per stare sotto Adamo in ogni loro rapporto, anche durante l’amplesso, cosa che Lilith non accettò, rivendicando la sua parità, in quanto ambedue creati dalla terra. Per tale motivo venne ripudiata da Adamo e condannata da Jahvé a divenire una figura demoniaca, tentatrice e lasciva, in altri termini l’anti Eva (…) Quindi Lilith è la prima strega, imago feminina negativa, identificata anche con la Luna nera, cioè la faccia nascosta della Luna, che è simbolo del Femminile, di cui Eva è la faccia visibile e positiva. –

Sala espositiva a palazzo Paolo V di Benevento durante l’inaugurazione

Alcuni vincitori, partecipanti alla rassegna StregArti 2017-2018 sono entrati nelle sale del costituendo Museo Samac – StregArti Museo d’Arte Contemporanea”, a condizione di donare all’Amministrazione Comunale le loro opere attualmente in mostra. In tale prestigioso sito verrà ordinata anche una Biblioteca sull’argomento.

Proseguono gli organizzatori – Non esistono solo streghe malefiche emparfidia, ma anche streghe benefiche embravie,   come la Befana, “…. che vien di notte con le scarpe tutte rotte ….”, che i nostri nonni anelanti sognavano ed aspettavano da questa piccola vecchietta: regali, dolci e frutta varia. La Rassegna d’Arte, si prefigge, nell’immaginario collettivo di analizzare, storicizzare, prefigurare in forma artistica le origini, l’iconografia e le tipologie, ma anche la riabilitazione delle Streghe. –

Che qui le streghe siano sempre state di casa, lo testimonia anche la decisone, dal 1860 dalla Strega Alberti di Benevento, di creare un distillato in onore del recupero di una tradizione erboristica locale, a base di ben 70 erbe. Il direttore artistico Eraldo Vinciguerra ha anticipato, nella sua presentazione, la creazione oggi di un profumo made in Benevento, dedicato alle “Janare”, ha poi citato tra gli altri lo storico Jules Michelet, il Codice di Hammurabi, Omero, Ovidio e Plauto ed altri autori latini, nonché divinità mediterranee quali Iside, Artemide, Diana ed Ecate, culti testimoniati da emergenze archeologiche nel territorio beneventano. Ha inoltre citato, nell’introduzione al catalogo, l’antropologo Cesare Bermani che ha così testimoniato – “le streghe sono sempre esistite, quelle del nostro Sud sono sopravvissute perché la società rurale, indivisa di quelle terre, non fu toccata dai tribunali dell’inquisizione”.

Vittorio Fava con il suo libro d’Artista – “Libro delle streghe 2017”.

Qui a Benevento, si incrociano ancora antiche strade, l’Arco di Traiano (costruito tra il 114 e il 117 d.C.) vi presiede grandioso, fu dedicato all’imperatore in occasione dell’apertura della via Traiana, ed è giunto a noi in ottimo stato di conservazione e con rilievi scultorei integri. La prima mostra d’Arte “StregArti non poteva che intitolarsi “Premio Arco di Traiano”, sede a Palazzo Paolo V, corso Giuseppe Garibaldi, 8 – E’ stata realizzata in collaborazione con il Comune di Benevento, Regione Campania, Provincia di Benevento, Samnium Proloco Benevento, Menhir Artistic Group, Associazione Toscana Cultura, Toscana TV, Strega Alberti Benevento SpA, Camera di Commercio Benevento, Confindustria Benevento, Rotary Benevento, Lions Club Benevento. La mostra è visitabile fino al prossimo 11 febbraio 2018, dal martedì al venerdì dalle 16.00 alle 20.00 (la mattina su prenotazione al 348.7461747). Il sabato e la domenica dalle 10.30 fino alle 20.00.

Presenti artisti italiani e stranieri, (ben 75) selezionati da una giuria composta dai critici d’arte Fabrizio Borghini, Enzo Le Pera, Nicola Micieli, Sergio Noberini e Maurizio Vitiello, guidati dal Presidente della Giuria Giorgio Di Genova.

Nomi degli artisti in mostra: Annaluce Aglietto, Nabil Al Zein, Laura Amato, Sonia Babini, Antonio Barbuto, Silvia Bartolini, Erica Boero, Daria Bollo, Cesare Borsacchi, Roberta Buttini, Letizia Cabria, Ennio Calabria, Mina Cappussi, Constantin Razvan Caratanase, Beatriz Cardenas, Nicola Caroppo, Silvia Carpentieri, Stefano Cecchi, Alfredo Celli, Stefania Chiaraluce, Alessandro Cignetti, Angela Consoli, Franco Cortese, Carla Crosio, Antonio D’Amico, Daniela D’Incecco, Maria Rita De Giorgio, Pietro De Scisciolo, Maria Rosaria Di Marco, Mimmo Emanuele, Fabrizio Fabbroni, Vittorio Fava, Roberta Filippi, Silvia Fubini, Salvatore Giò Gagliano, Cinzia Ghelardini, Marco Giacobbe, Mariano Goglia, Alba Gonzales, Andrea Granchi, Giovanni Greppi, Shuang Kong, Massimilaino Kornmuller, Rosenberg Levo, Shuo Li, Lele Luzzati, Alessandro Maio, Vincenzo Maio, Marco Manzo, Renato Marini, Salvatore Marsillo, Guglielmo Mattei, Teresa Michetti, Mauro Molinari, Lina Morici, Paola Paganelli, Roberta Papponetti, Edoardo Pisano, Carla Pistola, Myriam Risola, Riccardo Ruberti, Salvatore Russo, Valentina Saccomanno, Valter Sambucini, Miriam Scarpone, Attila Schwanz, Anna Seccia, Eugenia Serafini, Alessio Serpetti, Renata Solimini, Renato Tagliabue, Paolo Tinella, Mario Vitolo, Cheen Sen Zhang, Michele Zyw.

Le foto dell’articolo sono di Valter Sambucini, eseguite in occasione dell’inaugurazione della mostra il 6 gennaio 2018. www.valtersambucini.it

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