Home C'era una volta Pierre Allier, uno dei primi jazzisti francesi

Pierre Allier, uno dei primi jazzisti francesi

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Il 14 dicembre 1968 muore a Parigi il trombettista Pierre Allier. Ha poco più di sessant’anni.

Le big band

Nato il 25 febbraio 1908 a Grénoble Pierre Allier è stato uno dei primi musicisti d’oltralpe a “militare” in modo pressoché esclusivo nel jazz. Agli inizi ha fatto parte soprattutto di gruppi di grandi dimensioni, vere e proprie big band, come quello di Gregor e i suoi Gregoriens, dal 1930 al 1935, o quello di Fred Adison. Successivamente ha suonato in varie orchestre parigine, fra le quali quella di Alix Combelle, prima di dar vita a un proprio gruppo alla fine degli anni Trenta.

La lunga tournée per sfuggire ai nazisti

Dopo l’occupazione nazista entra a far parte dell’orchestra di. Ray Ventura, con la quale effettua quella che diventerà famosa come “La lunga tournée nell’America del Sud” perché dura dal 1941 al 1944, cioè fino alla cacciata dei nazisti dal territorio francese. Pur ispirandosi a Louis Armstrong, Pierre Allier aveva pian piano modificato il suo stile seguendo le suggestioni della seconda generazione dei trombettisti di jazz.

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".