Il 2 novembre 1931 a Springfield, nel Massachusetts, nasce il sassofonista Phil Woods, registrato all’anagrafe con il nome di Philip Wells Woods
Un sax in eredità
Phil inizia a studiare musica dopo aver ricevuto in eredità da uno zio un sassofono contralto. Trasferitosi a New York sul finire degli anni Quaranta segue le lezioni di Lennie Tristano e successivamente i corsi della Manhattan School of Music e quelli della prestigiosa Juilliard School, presso la quale si diploma. Nel 1954, dopo una breve collaborazione con Richard Hayman, entra a far parte dell’orchestra di Charlie Barnet e quindi nel quintetto di Jimmy Raney. Negli anni seguenti si impone come uno dei migliori specialisti del sassofono contralto tra quelli della generazione immediatamente successiva al bop. Nel 1956 suona nella big band di Dizzy Gillespie e successivamente dell’orchestra di Quincy Jones. Nel 1961 registra l’album Rights of Swing con la partecipazione di altri solisti di fama come Curtis Fuller, Tommy Flanagan, Julius Watkins e Osie Johnson.
La fuga a Parigi e il ritorno
Nel corso degli anni Sessanta Woods prende parte a registrazioni dirette da Oliver Nelson, Thelonious Monk e Friedrich Gulda. Nel 1968 lascia gli Stati Uniti per trasferirsi a Parigi dove forma la European Rhythm Machine con cui registra diversi album. Ritornato negli Stati Uniti all’inizio degli anni Settanta proseguito con successo l’attività discografica e concertistica. La critica lo considera un sassofonista dalla spiccata personalità di improvvisatore legato a Charlie Parker da vincoli umani profondi. Dopo la morte di Bird, infatti, sposa la vedova Chan Richardson, adottando anche i figli di Parker ed è tuttora ritenuto il più brillante fra i discepoli bianchi dell’indimenticabile maestro del jazz moderno. Muore il 29 settembre 2015.