Il 17 marzo 1930 nasce a New York il flautista e compositore Paul Horn, uno dei primi strumentisti a utilizzare tempi insoliti per il jazz tradizionale.
L’inizio al piano con la madre
Horn inizia giovanissimo a studiare il piano affiancato dalla madre che era stata pianista di Irving Berlin. Frequenta poi regolari corsi di clarinetto e sax, concentrandosi poi sul flauto. Nel 1956 fa parte dell’orchestra Sauter-Finegan dove fa da traino alla sezione sax e sul finire dell’anno entra a far parte del quintetto di Chico Hamilton con il quale resta fino agli inizi del 1958, anno in cui decide di lavorare come indipendente dedicandosi soprattutto alla musica per il cinema negli studi hollywoodiani. Nel 1960 forma un quintetto con il quale due anni più tardi incide per la Columbia. In quel periodo la sua composizione Jazz Suite On The Mass Texts ottiene una risonanza enorme. Molte orchestre la propongono ed esse viene più volte suonata in concerti e persino in chiese. Paul Horn non si scompone e tra il 1965 e il 1966 accetta il compito di accompagnatore del cantante Tony Bennett.
Forme musicali inedite per il jazz
Nello stesso periodo cresce sempre più il suo interesse per forme musicali inedite per il jazz, come il 5/4 della bossa nova, e per il folclore musicale di altri paesi. Questo desiderio di conoscere la musica di altre civiltà e anche la filosofia orientale lo spinge a recarsi in India nel 1967 e 1968 per studiare con il Maharishi Mahesh Yogi nell’Accademia della Meditazione divenendo maestro di meditazione trascendentale. Negli anni Settanta Horn lavora molto spesso in Canada esibendosi in concerti con un quintetto formato sul posto, lavorando per il cinema e la televisione e non rinunciando a qualche concerto come solista. Musicista di grande ingegno, soprattutto come compositore e direttore, è uno dei primi a utilizzare tempi insoliti per il jazz tradizionale e costruzioni derivate dalla musica dotta contemporanea. Muore a Vancouver il 29 giugno 2014.