Gli scienziati esaminando i resti di “Otzi,” l’uomo preistorico d’Italia di circa 5.300 anni fa, hanno annunciato di aver isolato quelle che sono ritenute le più antiche tracce di sangue umano mai rinvenuto.
La prova più chiara delle cellule del sangue più antiche
Gli scienziati tedeschi e italiani spiegano di aver usato un microscopio a forza atomica per esaminare sezioni di tessuto da una ferita causata da una freccia e da una lacerazione sulla mano destra che hanno ucciso l’uomo dell’età del Rame, ritrovato, come noto, congelato in un ghiacciaio.
“Hanno davvero cercato sostanze simili a moderni campioni di sangue”, ha detto il professor Albert Zink, 46 anni, il capo tedesco dell’Istituto dell’Accademia Europea di Bolzano. “Eppure- continua Zink- fino ad ora, questa è la prova più chiara delle cellule del sangue più antiche” aggiungendo anche che la nuova tecnica utilizzata per Otzi potrebbe ora essere messa a disposizione per esaminare le mummie in Egitto.
Una sorprendente scoperta
Gli studi sono stati svolti in collaborazione con la Technical University di Darmstadt in Germania e il Centro di Nano Scienze a Monaco di Baviera. Negli ultimi due decenni, gli scienziati hanno raccolto i dati dallo stomaco, intestino e denti di Otzi.
Lo strumento utilizzato da Zink ed il suo team esegue la scansione della superficie delle sezioni di tessuto utilizzando una sonda molto fine. Poiché la sonda si muove sulla superficie, i sensori misurano ogni piccola deformazione della linea del tessuto analizzato costruendo un’immagine tridimensionale.
Ma la cosa più interessante – ha osservato ancora Zik – è stato “vedere che i globuli rossi riescono a durare per così tanto tempo”. “Questo – aggiunge – potrebbe aprire a nuove suggestive scoperte anche per la scienza forense aiutando a determinare, per esempio, l’età delle macchie di sangue nelle indagini criminali”. Otzi, il cui soprannome deriva dalla parola tedesca per l’area dove è stato rinvenuto, aveva i capelli castani e tipo di sangue 0 e quando è stato ucciso da una freccia si pensa avesse circa 45 anni mentre scalava le montagne ben 5.300 anni fa. Ed ora, proprio ad Otzi dobbiamo una nuova sorprendente scoperta. I risultati completi della ricerca saranno pubblicati dal giornale britannico della “Royal Society Interface“.