Home C'era una volta Osie Johnson e le possibilità melodiche della batteria

Osie Johnson e le possibilità melodiche della batteria

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Il 10 febbraio 1966 muore a New York il batterista Osie Johnson, registrato all’anagrafe con il nome di James Osle Johnson.

Tra esibizioni e arrangiamenti

Nato a Washington l’11 gennaio 1923 studia armonia e teoria con John Malachi e all’Armstrong High School avendo come compagni di corso Leo Parker e Frank Wess. Nel 1941 ottiene la prima scrittura con gli Harlem Dictators e dal 1945 al 1946, mentre svolge il servizio militare a Chicago, suona nell’orchestra della Marina con Willie Smith e Clark Terry. Dopo il congedo resta per qualche tempo a Chicago suonando in diversi locali e occupandosi anche di arrangiamenti per sedute discografiche tra le quali spiccano quelle per Dinah Washington. Dal 1952 al 1953 è in tournée con il sestetto di Earl Hines e nel 1954 suona con il quartetto di Tony Scott, l’orchestra di Illinois Jacquet e il trio di Dorothy Donegan.

Uno stile particolare

Si trasferisce poi a New York dove lavora moltissimo come free-lance soprattutto per incisioni discografiche, ma anche per la NBC e la CBS partecipando a vari programmi televisivi. Nel 1957 suona con Erroll Garner. Al suo attivo ha incisioni con Al Cohn, Hal McKusick, Freddie Green, Manny Albam, George Russell, Leonard Feather, Dick Hyman, Coleman Hawkins, Milt Hinton, Saxes Inc. e sotto suo nome. Lo stile batteristico di Osie Johnson, derivato da quelli di Dave Tough e Denzil Best, è considerato la migliore dimostrazione delle possibilità melodiche di uno strumento troppo a lungo considerato legato alla sola funzione ritmica.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".