Non fare sport è una delle principali cause di …morte. L’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della Sanità parla chiaro: la sedentarietà è la quarta causa di mortalità globale e causa ogni anno 3.2 milioni di decessi.
Non fare sport, in sostanza, determina il 30% delle malattie cardiache, il 21-25% dei tumori di seno e colon, il 27% di diabete. E’ dunque fondamentale uno stile di vita attivo.
Trenta minuti di sport ti salvano la vita
“Fai 30 minuti di attività fisica ogni giorno per la tua salute”, è con questo slogan che l’Oms invita tutti a prendersi cura di sé e ad abbandonare uno stile di vita sedentario.
Lo slogan è stato lanciato in occasione della promozione dello sport nella giornata dedicata a questo che, ogni anno, si celebra in aprile.
L’Italia sta migliorando
L’Italia? In questo sta migliorando. Sarà per una certa attività di prevenzione che è stata messa in atto più dai singoli, in verità, che dalle istituzioni. Comunque gli ultimi dati che riguardano principalmente i bambini hanno un trend piuttosto positivo. Sono diminuiti, infatti, il numero di bimbi di 8 o 9 anni con la tv in camera – numero calato dal 48 al 42% – così come chi la guarda per più di tre ore al giorno – anche qui il dato è in tendenza negativa passato dal 47% al 36% sempre dal 2008 al 2012.
E’ sceso anche il numero di bimbi che non ha praticato alcuna attività fisica nelle giornate precedenti alle rilevazioni, sceso dal 26% al 17%, mentre resta stabile al 26% il numero di coloro che vanno a scuola a piedi o in bicicletta, e diminuisce la percentuale di chi pratica sport per non più di un’ora a settimana (dal 25% al 16%).
Per gli adulti la situazione resta…sedentaria
Con uno sguardo rivolto, invece, verso gli adulti la situazione peggiora. Ben il 30% della popolazione tra i 18 e i 69 anni può essere considerato semplicemente sedentario. Vale a dire che non svolge alcun tipo di attività fisica per lungo tempo neppure un minimo e neppure nel tempo libero. Solo il 36% può essere considerato parzialmente attivo. La sedentarietà aumenta nella fascia di popolazione che va dai 50 ai 69 anni (34%), nelle donne (32%) e in chi ha difficoltà economiche (40%).